Economia
Visco: "Anche Renzi mi chiese di Etruria. Risposi: parlo solo con Padoan"

"Non abbiamo mai detto che andava tutto bene. Non sottovalutata la situazione, c'era mala gestio e sono esplose le situazioni patologiche"
"La Banca d'Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai". E' una delle audizioni più attese quella di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, di fronte alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche italiane. Dopo aver letto un testo snello (una quindicina di pagine in tutto) sulle ragioni che hanno determinato la crisi del sistema bancario italiano in linea con i suoi interventi ultimi, il banchiere centrale non si è sottratto a nessuna delle domande che gli sono state dai componenti della commissione presieduta da Pierferdinando Casini.
La vigilanza riduce le probabilità della crisi, non può annullarla."In un'economia di mercato la vigilanza puo' ridurre la probabilita' di crisi di singoli intermediari e contenerne gli effetti, ma non puo' annullarla", ha detto Visco precisando che ciò avviene "soprattutto in fasi congiunturali particolarmente difficili". Visco ha ricordato inoltre che "In Italia, come nel resto dei paesi sviluppati, le banche sono imprese che competono per rimanere sul mercato. Le imprese gestite male finiscono inevitabilmente per andare in crisi e per chiudere. Nel caso delle banche la questione piu' delicata e' come assicurare che questo processo avvenga senza creare gravi rischi per la stabilita' finanziaria e con il minimo impatto sui risparmiatori".
Collaborazione fra Bankitalia e Consob leale e costante. "In questi anni la collaborazione tra la Banca d'Italia e la Consob è stata leale e costante, a livello sia tecnico sia di vertice", ha aggiunto il banchiere spiegando che "anche grazie a questa collaborazione e' stato possibile gestire e superare casi di crisi, insieme con il Governo. Con questo stesso spirito, riconosciamo che, nonostante i passi avanti conseguiti con il protocollo del 2012 e con la collaborazione a livello tecnico, altro puo' essere ancora fatto per migliorare la comunicazione. Sono già in corso i lavori per il riesame dei protocolli che governano la condivisione di informazioni tra le due autorità, al fine di renderli più efficaci", ha concluso.
La crisi di alcuni istituti di credito? C'è stata mala gestio, esplosi casi patologici. In alcune banche italiane c'è stata una "mala gestio" e la crisi economica ha fatto "esplodere le situazioni patologiche. A determinare l'evoluzione del sistema finanziario italiano - ha sottolineato Visco - non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese. La mala gestio di alcune banche, comunque, c'è stata e l'abbiamo più volte sottolineato; le gravissime condizioni dell'economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche", ha spiegato ancora Visco.
Da Vigilanza azione decisa e articolata. "Agli effetti della seconda recessione sulle banche la Vigilanza ha risposto con un'azione decisa e articolata. Il controllo sulla loro liquidita' e' stato fortemente intensificato gia' dal 2011; nelle fasi di maggiore tensione e' stato condotto su base infragiornaliera. Grazie a una campagna di ispezioni mirate condotte nel 2012-13 e ad appositi incontri con i vertici delle banche, non solo e' stato ottenuto un chiaro miglioramento nella rilevazione dei crediti deteriorati, ma soprattutto ne sono stati innalzati i tassi di copertura. Questo e' avvenuto nonostante un trattamento fiscale che scoraggiava nettamente le svalutazioni sui crediti, modificato solo alla fine del 2013 e nel 2015 con provvedimenti che hanno rimosso un forte svantaggio competitivo per le banche italiane", ha continuato.
Inoltre, "abbiamo ottenuto, vincendone le resistenze, che molte banche rafforzassero il patrimonio, ricorrendo al mercato per ammontari ingenti anche in un contesto assai difficile. Negli anni della crisi le banche italiane hanno collocato azioni sul mercato per oltre 60 miliardi, che hanno innalzato i coefficienti patrimoniali per circa 4 punti percentuali. grazie a queste misure, proseguite negli anni successivi nel nuovo contesto della vigilanza unica europea, che gran parte delle banche e' riuscita ad affrontare la crisi, superandola", ha concluso.
Popolare Vicenza, mai pressioni per favorirla o sollecitare intervento. La Banca d'Italia "non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai", ha scandit9o il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco davanti alla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche. "Ho ricordato piu' volte - ha proseguito Visco - che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza, nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la piu' completa responsabilita'. La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non puo' stabilire le modalita' operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessita' di una aggregazione; sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla".
Banche, 13 miliardi pubblici per i salvataggi, in Germania un conto da 227 miliardi. Il costo dei salvataggi bancari per lo Stato italiano è nettamente inferiore a quello degli altri paesi europei. Il Governatore ha offerto poi alla Commissione d'inchiesta sulle banche i numeri aggiornati. "In Italia l'impatto e' attualmente stimato in circa 13 miliardi, lo 0,8 per cento del Pil: il costo degli interventi pubblici di sostegno al settore finanziario italiano - a fronte dei quali vi sara' un recupero almeno parziale - e' dunque assai contenuto nel confronto internazionale, nonostante che da noi la caduta dell'economia reale sia stata ben piu' grave che in altri paesi". In Germania l'impatto sul debito pubblico e' stato di 227 miliardi (7,2% del Pil), 101 miliardi in Gran Bretagna (4,3%) e 52 miliardi in Spagna (4,6%).
Il Governatore segnala sempre alle altre Autorità. "Si dice che il Governatore sia libero di segnalare o non segnalare" anomalie alle altre Autorita': "questo non avviene mai. E' normale che il Governatore, quando le ispezioni contengono proposte di trasmissione alle altre autorita', compresa quella giudiziaria, il Governatore mette sempre il suo visto".
PopVicenza, Visco: Zonin mi disse "quanto era interessato" a Veneto Banca. "Non ho mai avuto telefonate da Zonin" sull'operazione Bpvi-Veneto Banca, ha affermato il governatore. "Zonin - ha specificato Visco - venne a parlarmene una volta per cinque minuti, per dirmi quanto era interessato, e con un certo tono. Io raccomandai equilibrio e interventi paritari" mentre era stato l'ex numero uno di Veneto Banca Vincenzo Consoli a parlarne per primo in Vigilanza.
Renzi mi chiese di Banca Etruria con PopVicenza, io non risposi. L'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi chiese informazioni nel 2014 al Governatore Ignazio Visco sull'ipotesi di aggregazione tra Banca Etruria e Popolare di Vicenza e "io non risposi", ha rivelato il numero uno di Via Nazionale. "In un altro incontro, a richiesta di informazioni su banche in difficolta' io risposti a Renzi che di banche in difficolta' io parlo solo con il ministro. Lui la domanda la fece e io non risposi". Visco ha ricostruito: "Di Banca Etruria non voglio dire che non me ne importasse nulla, ma all'epoca eravamo preoccupati per uno stress test pessimo per noi" per le condizioni imposte alle banche italiane quindi "su Etruria il mio livello di attenzione era modesto; era molto alto per la Vigilanza e quindi non e' che fui colpito particolarmente quando ebbi richiesta di informazioni dal presidente del Consiglio". Visco ha fatto riferimento a un incontro avuto a Palazzo Chigi: "Parlammo di economia e dopo mi chiese perche' a Vicenza si vogliono prendere Etruria". Visco ricorda che era un incontro in aprile "e io non risposi, la presi come una battuta sugli orafi, e non entrai in condizioni di vigilanza".
Banca Etruria, in colloqui Boschi-Panetta no richieste a Bankitalia. In due "brevi colloqui" tra l'ex ministro delle Riforme del Governo Renzi, Maria Elena Boschi, e il Vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, "non ci fu una richiesta di interventi particolari della Banca d'Italia ma dispiacere e preoccupazione per le conseguenze che la crisi della banca potesse avere per il territorio". "Panetta, come avete letto, parlo' con la ministra in due occasioni. Le disse niente? No perche' avevamo gia' detto, con Panetta, che non si parla di questioni di vigilanza riservate". Visco ha aggiunto che "e' nostro dovere istituzionale parlare con i ministri".