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Economia
Visco: "Nel secondo semestre crescita inferiore all'1%, inflazione all'8,6%"
Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco

Visco: "Crescita tagliata dell'1,4% nel 2022"

Nelle proiezioni di inizio giugno dell’Eurosistema la crescita dell’area dell’euro nel 2022 è stata ridotta al 2,8%, dal 4,2 previsto in dicembre. Il che implica una espansione inferiore all’1% nel corso dell’anno essendo l’incremento già stato acquisito nel corso dell’anno. Non solo: "In uno scenario avverso caratterizzato da un arresto delle forniture" di gas dalla Russia "dal terzo trimestre di quest’anno, solo parzialmente sostituite da altre fonti, il prodotto registrerebbe una contrazione nella media del biennio 2022-23, per tornare a crescere nel 2024". Non sono buone notizie quelle che porta il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco dall’assemblea di Abi, seppur rese meno drammatiche dal fatto che il risparmio privato regge bene. “In giugno i prezzi al consumo sono aumentati nell’area euro dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – chiosa Visco – soprattutto a causa del gas con i prezzi che sono bruscamente saliti da 80 a 180 euro per megawattora a giugno, mentre erano pari a 30 euro un anno fa, quando i flussi erano già diminuiti, e poco più di 10 prima della pandemia. L’inflazione dovrebbe tornare attorno al 2% nel 2024

Il Governatore, dopo aver ricordato i prossimi interventi della Bce – incremento dei tassi il 21 luglio e ulteriore stretta a settembre, ma anche acquisti flessibili di titoli di stato – ha segnalato come solo l’annuncio della politica di Francoforte abbia permesso allo spread di sgonfiarsi, dopo aver superato i 250 punti base. Sul futuro, l’incertezza è massima: “Il pieno successo della politica monetaria dipenderà anche dall’impegno condiviso, nei fatti, nelle proposte e nelle richieste di interventi di bilancio, a mantenere i debiti pubblici su un percorso che ne continui ad assicurare la piena sostenibilità – ha proseguito Visco. L’economia italiana dovrebbe crescere in linea con l’area dell’euro nel biennio 2022-2023. I rischi a livello globale sono però significativi. In questa delicata fase, il contributo che il sistema finanziario è chiamato a fornire sul fronte dell’allocazione dei flussi di credito e del sostegno all’economia è particolarmente importante”. Un intervento, quello di Visco, che ha sostanzialmente richiesto anche una stretta da parte delle banche, che non potranno che continuare nella gestione oculata avuta negli ultimi anni con la considerazione, però, delle nuove emergenze che continuano a farsi sentire. 

Le nuove forme di credito e il rischio cripto

La recente accelerazione nell’utilizzo delle nuove tecnologie ha esposto a maggiori rischi che si sono moltiplicati negli ultimi mesi, con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, anche se non ci sono indicazioni di attacchi andati a buon fine. Ma a fronte dei 12 incidenti segnalati nell’intero 2021, il primo semestre ne ha già visti 8, di cui 5 riconducibili a un unico attacco perpetrato nei confronti di un fornitore di servizi esterno. “Ci sono criptoattività che non hanno alcuna copertura in termini di atività, reali o finanziarie, a fronte delle quali sono emesse; sono quindi prive di un valore intrinseco e soggette a elevatissima volatilità” ha concluso Visco. Ma dalle sue parole arriva un invito anche a trovare la modalità migliore per regolare le attività cripto. 

Patuelli: proseguire con le riforme fiscali

“Per attrarre i risparmi verso gli investimenti in Italia occorre proseguire  nelle riforme fiscali: il potenziamento dei PIR va in questa giusta direzione, ma questa riforma non è sufficiente per attrarre l’ingente liquidità parcheggiata”. Ne è convinto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, durante la relazione. Per il dirigente occorre ridurre la pressione fiscale sugli investimenti stabili e non speculativi per innescare un più robusto circuito virtuoso per favorire la  trasformazione della liquidità in investimenti produttivi che sono gravati  dalla doppia imposizione sugli utili delle imprese e sui dividendi

“Importante – ha aggiunto - sarà l’entrata in vigore della proposta della Commissione  Europea per incentivi fiscali per gli aumenti del patrimonio netto delle  imprese. Necessita razionalizzare e semplificare le normative fiscali evitando i continui mutamenti e garantendo anche prospettica certezza del diritto. Mai deve essere dimenticato che il Mezzogiorno è una grande area di  potenzialità di sviluppo sostenibile con effetti positivi per l’Italia tutta e  l’Unione Europea”. 

Franco: pil in crescita del 3% a fine anno. Bocciato definitivamente il Superbonus

Un Daniele Franco piuttosto ottimista quello che interviene all'assemblea dell'Abi davanti ai banchieri italiani e al governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Il ministro dell'economia riconosce i grandi rischi che gravano sul quadro macroeconomico, l'estrema volatilità dei mercati, il peso dell'inflazione su famiglie e imprese, ma invita a non cedere al pessimismo, a impegnarsi fino in fondo come governo, come imprese e come parti sociali, perché in questo modo "la crescita non si arresterà". Segnali "di fermento" del resto ci sono e i numeri lo dimostrano: nel secondo trimestre la produzione industriale è aumentata, secondo le stime del Mef, del 2%, tanto da far crescere il Pil in modo "robusto". Per questo la crescita acquisita per il 2022, quella che si otterrebbe se nei trimestri successivi il Pil rimanesse invariato, è ora oltre il 3%, superiore al 2,6% stimato dall'Istat alla luce dei soli dati dei primi tre mesi. Decisamente più pragmatico il ministro si è invece dimostrato nei confronti di un'altra delle questioni ancora sulla bocca di moltissimi italiani: sul Superbonus al 110% la priorità è la lotta alle frodi e per questo sarà istituita un'apposita cabina di regia al Mef, a cui parteciperanno anche altri ministeri, Gdf e Agenzia delle Entrate, con l'obiettivo di recuperare le somme incassate in modo illecito.

 

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