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Economia
Voto? Nessuna crisi dello spread : Italia al sicuro grazie ad Ursula

"Anche se si dovesse andare alle urne, da cui potrebbe uscire vincitore un governo euroscettico di centrodestra a trazione Lega, lo spread a 300 punti base non lo vedremmo più. Sul tavolo ci sono gli oltre 200 miliardi del Recovery Fund destinati al nostro Paese che rappresentano l’opportunità per far fare all’Italia un forte balzo in avanti in termini di produttività: nessuna forza politica lo rifiuterebbe. E i mercati lo sanno”. Parola di Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA IM Italia che, intervistato da Affaritaliani.it dopo il discorso del premier Giuseppe Conte alla Camera, analizza gli effetti della situazione politica del nostro Paese sul comportamento degli investitori nei Btp. "A parte il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), quest’estate quando nel mezzo della pandemia l’Unione europea si è mostrata più solidale di quanto si pensasse in passato, fattore che ha generato un cambiamento molto importante nelle valutazioni degli operatori", spiega l'asset manager. Ecco perché.

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

L'Intervista

Nel giorno del discorso alla Camera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo spread Btp-Bund ha aperto a 117 punti, in leggero rialzo rispetto alla chiusura di venerdì (115), per poi aumentare ancora a 119 punti nel corso della mattinata. Al termine dell’intervento del premier, il differenziale è sceso a 111, non lontano dai 109 punti base del momento prima dell’annuncio di Italia Viva di ritiro delle proprie ministre dal governo. Come mai?
"Il mercato sta prezzando una probabilità non zero dello scenario peggiore che sarebbe quello delle elezioni anticipate. Quindi, gli investitori si chiedono se questo possa essere lo scenario più ragionevole. Allo stesso tempo, il mercato non è nelle stesse situazioni in cui si è trovato in passato quando la situazione politica in Italia e un’elezione ha generato una volatilità fuori controllo”. 

Crisi, Hentov (chief policy research di State Street Global Advisors) ad Affari: "Principale preoccupazione corsa alle urne ma pochi scenari la prevedono"/ "Il fatto che la crisi politica dell’Italia avrà dimensioni contenute ha rassicurato i mercati. La preoccupazione principale sarebbe una rapida corsa alle urne, ma sono pochi gli scenari che lo prevedono. Il discorso di oggi del Premier Conte è apparso un appello ad alcuni legislatori indipendenti e ad altre fazioni per far sì che si trovi una soluzione per non far cadere il governo. In definitiva, l'azione della Bce sta riducendo gli spread e questo dipende dalla fiducia dell'Ue nel governo italiano, assicurata fintanto che Conte, o qualsiasi altro leader tecnocratico, resti alla guida dell’esecutivo". Lo spiega ad Affaritaliani.it Elliot Hentov, chief of policy research di State Street Global Advisor.

Grazie al programma pandemico di acquisti della Bce…
“Sì e i dati della scorsa settimana lo hanno dimostrato: l’istituto presieduto da Christine Lagarde sta acquistando in maniera massiccia i nostri titoli di Stato. Il Pepp ha comprato quasi 20 miliardi di obbligazioni governative europee, di cui i Btp sono una parte importante. Queste sono le condizioni di base in cui stanno operando gli investitori”.

E se la situazione politica italiana precipitasse con le dimissioni del presidente Conte, andando verso le elezioni e la relativa incertezza che ne deriverebbe, come reagirebbero gli operatori?
“Ovviamente si tratterebbe di uno scenario che li potrebbe impensierire, ma devo ricordare che l’Unione europea si è già espressa”. 

E cioè?
“La settimana scorsa, la presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen ha specificato che l’utilizzo del Recovery Fund da parte dell’Italia è indipendente dal colore politico del governo che guida il Paese. Ha messo un tassello importante nel possibile evolversi della situazione italiana. E’ ovvio che nel caso in cui dovesse essere votata la sfiducia al governo Conte, si avrebbe un riprezzamento degli spread e da 120 si potrebbe tornare a 150 punti base. Con un aggravio della spesa per interessi. Ma sarebbe normale. Si tratta comunque di livelli di stabilità a cui abbiamo assistito in passato. Nell’estate del 2018, durante la crisi del  primo governo Conte, abbiamo visto livelli di spread fra 120 e 150 punti base e poi c’è stata la fiammata fino a 300. Ora, anche se si dovesse andare alle urne da cui potrebbe uscire vicitore un governo di centrodestra a trazione Lega, lo spread a 300 non lo vedremmo più”. 

Quindi, quando stamane in un passaggio del proprio discorso riferendosi alla crisi politica aperta da Italia Viva, Conte ha attenzionato le forze politiche sul “rischio di danni notevoli, anche perchè ha causato l'aumento dello spread”, ha calcato un po’ la mano. Si tratta più di dialettica politica…
“Sì, ovviamente il premier ha tentato di sensibilizzare alcune frange di deputati e senatori, richiamandoli alla responsabilità per non sperperare in questo momento denaro pubblico. Ma è ovvio che un aumento degli spread porta a un costo maggiore per l’emittente, non c’è neanche bisogno di dirlo”.
 

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I segretari della Lega e di Fdi Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Ma in caso di voto anticipato, nelle considerazioni degli asset manager trova spazio il tema della sostenibilità futura del debito pubblico italiano, che sfiora il 160% del Pil, oppure è uno scenario escluso dai gestori?
“Quest’estate, quando nel mezzo della pandemia, l’Unione europea si è mostrata più solidale di quanto si pensasse in passato, c’è stato un cambiamento molto importante nelle valutazioni degli operatori. L’accellerazione impressa da parte della Commissione europea con la creazione del Next Generation Eu è stata molto inattesa e ha praticamente calmato quanti erano pronti a speculare contro l’euro e i Paesi deboli dell’Eurozona in una situazione come quella attuale. L'introduzione del Recovery Fund è stato un fattore che ha innescato molta fiducia negli operatori, come si è visto poi nella price-section in cui dopo ogni piccolo rimbalzo lo spread è stato comprato. Nel 2012, il set-up istituzionale era un po’ diverso: il Fmi spingeva per l’austerità, quindi tutto il peso del salvataggio del collante europeo gravava sulle spalle della Bce e sul suo presidente Mario Draghi. Adesso invece il vento è cambiato: l’austerità non è più una strategia fiscale perseguibile e quindi entrambe le leve di politica economica, sia quella fiscale sia quella monetaria, lavorano in sintonia. E’ molto positivo”.

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Alessandro Tentori, Cio AXA IM Italia

Nonostante il fatto che nel lungo periodo la crescita economica potenziale resti comunque molto bassa…
“Sì, non solo in alcuni Paesi dell’Eurozona dove è quasi zero, ma anche in Europa. Facendo due conti si può facilmente vedere come le condizioni di sostenibilità del debito pubblico italiano siano al limite”. 

Quindi, par di capire che quasi nulla potrebbe far cambiare l’atteggiamento dei mercati nei confronti dell’Italia…
“Sostanzialmente sì, perché anche se le redini del governo dovessero andare a un esecutivo radicale, sia di destra che di sinistra, euroscettico, sul tavolo ci sono gli oltre 200 miliardi del Recovery Fund destinati al nostro Paese, fondi che possono permettere all’Italia di fare un forte balzo in avanti in termini di produttività. Nessuna forza politica lo rifiuterebbe. E i mercati lo sanno”. 

@andreadeugeni

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