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Esteri
Brasile, parte il crollo (pacifico?) di Bolsonaro:incriminato e via dai social

L'inizio della fine. In molti lo descrivono così, quanto sta accadendo in queste ore a Jair Bolsonaro. Il presidente del Brasile è ora ufficialmente accusato di crimini contro l'umanità dopo il via libera della commissione del Senato del paese dell'America Latina. La relazione sarà ora trasmessa non solo alla giustizia brasiliana ma anche alla Corte Penale Internazionale dell'Aja, con la possibile clamorosa incriminazione che di solito viene riservata a dittatori e omicidi di Stato. E allo stesso tempo viene anche bannato dai social accusato di essere un negazionista della pandemia da Covid-19, seguendo un po' le orme dell'amico Donald Trump. Il tutto a meno di un anno dalle elezioni presidenziali previste per ottobre 2022.

Ma se Trump è quantomeno scampato per due volte all'impeachment, con la possibilità di tornare a correre per la Casa Bianca nel 2024, Bolsonaro potrebbe non avere la stessa fortuna. Come spesso accade, il Brasile sembra pronto a decidere il suo futuro politico con le azioni della magistratura. Era d'altronde già accaduto in passato con l'arresto Luiz Inacio Lula Da Silva, che per assurdo ora è il grande favorito per il voto che potrebbe concedergli un clamoroso ritorno, e la sua erede Dilma Rousseff. Ora Bolsonaro sembra poter essere destinato alla stessa sorte.

Il rapporto finale della commissione del senato, frutto di sei mesi di indagine e composto da 1290 pagine, accusa Bolsonaro di crimini contro l'umanità e di altri otto reati gravi. SI tratta di violazione delle misure sanitarie, ciarlataneria medica, istigazione a delinquere, epidemia con esito fatale, falsificazione di documenti, impiego irregolare di denaro pubblico, prevaricazione e attentato alla dignità del mandato. Accuse anche ad altre 78 persone e due società, tra i quali anche quattro ministri e tre figli del presidente: il senatore Flavio, il deputato Eduardo e il consigliere di Rio de Janeiro, Carlos. Coinvolti anche l'ex ministro della Sanità, il generale Eduardo Pazuello, e l'ex ministro degli Esteri, Ernesto Araùjo, oltre a una decina tra parlamentari, funzionari pubblici, consulenti del governo e medici di estrema destra componenti di un gruppo informale vicino al presidente.

La sua colpa principale sarebbe quella di aver minimizzato la pandemia, non essersi mosso a tutela della salute dei brasiliani e anzi aver diffuso teorie e ipotesi non suffragate da fatti, causando gravi conseguenze sull'andamento dell'emergenza sanitaria. Tra gli elementi a carico il rapporto include discorsi del presidente in pubblico, dichiarazioni contrarie ai vaccini e favorevoli al ricorso alla clorochina, dati relativi ai ritardi nell'acquisizione dei vaccini, contrarietà del governo all'adozione delle misure sanitarie protettive. In questo momento, d'altronde, il Brasile conta oltre 606 mila decessi ufficiali per il Covid, il terzo numero più alto del mondo dopo Stati Uniti e India. La commissione ha deciso di dare il via libera ufficiale all'incriminazione con sette voti favorevoli e quattro contrari. La gestione di Bolsonaro si è rivelata poco impegnata ''nella lotta effettiva alla pandemia e quindi nella tutela della vita e dell'integrità fisica dei brasiliani…In tempi normali, sarebbe solo un esempio di disprezzabile ciarlataneria pseudoscientifica. Tuttavia, nel pieno di una pandemia globale, il presidente ha contribuito a dar vita ad una mostruosa tragedia'', si legge nel rapporto. 

Non è finita qui. La commissione chiede anche di bannare Bolsonaro dai social network, un po' come accaduto anche con Trump, ma in quel caso su azione autonoma degli stessi colossi digitali. "E' importante ricordare che la diffusione di notizie false e gli attacchi alle istituzioni non sono solo opinioni personali di Bolsonaro nell'assumere la presidenza della Repubblica si è assunto le responsabilità del suo incarico e quindi le sue dichiarazioni assumono la forma di decisioni ufficiali che influenzano fortemente la popolazione", si legge nel rapporto. YouTube ha tra l'altro appena rimosso un video registrato in diretta da Bolsonaro giovedì scorso, durante il quale il presidente ha letto una presunta notizia secondo la quale i vaccinati contro il Covid stanno sviluppando l'Aids. Il contenuto del filmato è stato ritirato anche da Instagram e Facebook. 

Forse non serviva, ma l'azione giudiziaria è destinata ad aiutare le chance di ritorno al potere di Lula, già presidente del Brasile tra il 2003 e il 2010. Negli ultimi sondaggi Lula avrebbe il 48% delle intenzioni di voto in vista delle elezioni del 2022, mentre Bolsonaro sarebbe fermo al 23%. Questo prima dell'incriminazione ufficiale che potrebbe peggiorare ulteriormente le cose, con Lula che potrebbe anche pensare di superare il 50% ed essere così eletto al primo turno alle elezioni in programma il prossimo ottobre.

Ma attenzione a Bolsonaro, che come Trump potrebbe non accettare di lasciare il potere in modo sereno. Intanto, però, mentre la stella del presidente sembra tramontare in madrepatria, gli arriva qualche motivo di gioia dall'Italia, con il comune di Anguillara Veneta che gli ha concesso la cittadinanza onoraria per celebrare l'emigrazione veneta verso il Brasile. Episodio che ha fatto scaturire delle polemiche. I consiglieri regionali del Pd si sono lamentati, parlando di "strumentalizzazione" dell'emigrazione veneta per "giustificare una decisione totalmente sbagliata".

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