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Esteri
Chi è Liz Truss, l'erede di Boris Johnson, terza donna Premier del Regno Unito
Lizz Truss

I Tories hanno scelto: Liz Truss è la nuova Premier

 

Liz Truss, 47 anni, è la nuova Premier del Regno Unito, terza donna nella storia del Paese dopo Margaret Thatcher e Theresa May, come lei esponenti conservatrici. Proprio i richiami alla leggendaria “Iron Lady” hanno caratterizzato la campagna elettorale dell'ex ministra degli Esteri, che ha imitato la Thatcher sia nel modo di vestire che in alcune scelte iconografiche eloquenti, come la foto sul carro armato che richiama quella della prima donna-Premier in piena Guerra Fredda. Si dice addirittura che in una sua festa di compleanno ne espose un cartonato a grandezza naturale, tanto per chiarire chi volesse diventare da grande. C’è anche un’intervista nella quale racconta di aver interpretato la “Lady di Ferro” nella sua prima recita alle scuole elementari, ma qui qualche dubbio è lecito.

Infatti, in gioventù Truss, cresciuta in una famiglia laburista, è stata una fervente oppositrice della Thatcher, al punto da prendere parte a diverse manifestazioni di protesta nei suoi confronti. Ha persino frequentato un gruppo lib-dem che proponeva l’abolizione della monarchia. Tuttavia, crescendo si cambia e così la figlia di un professore di matematica e di un’infermiera, dopo aver vissuto tra Scozia e Canada ed essersi laureata in filosofia nella sua Oxford, ha iniziato a lavorare come economista prima per la Shell e poi per l'azienda di telecomunicazioni Cable and Wireless, fino ad entrare in un think-tank di destra. E addio a tutte le simpatie socialiste della gioventù.

Maturata la sua conversione agli ideali del libero mercato, ne ha fatto un punto focale della sua attività ‘politica. Bocciata per due volte alle elezioni parlamentari, ce l’ha fatta nel 2010 e nel 2016 si è schierata per il “Remain” nell’Unione Europea, salvo poi entrare nel governo di Boris Johnson e guadagnarsi le simpatie anche dei più convinti pro-Brexit. Un’altra inversione a U ad alto tasso di rischio, ma perfettamente riuscita.

Truss e BoJo hanno collocato il Regno Unito tra i Paesi occidentali più convintamente impegnati nel sostegno all’Ucraina e nelle sanzioni contro la Russia. Il suo pugno di ferro, molto thatcheriano, l’ha portata a promettere di tagliare le tasse e contemporaneamente aumentare le spese militari, due posizioni che ne hanno aumentato l’appeal tra gli esponenti della destra dei Tories. “Ho una visione chiara del nostro Paese e della nostra economia”, afferma nel suo programma, che punta proprio sugli sgravi fiscali per le imprese. Un’arma vincente in un momento così difficile, che l’hanno aiutata a vincere la concorrenza dell'ex ministro delle finanze Rishi Sunak, benestante e quindi percepito da molti come distanti dai problemi reali degli inglesi.

Quando Truss scrive sul Telegraph: “Farò crescere il settore privato più velocemente del settore pubblico, con un piano a lungo termine per ridurre le dimensioni dello Stato e il carico fiscale", dimostra di aver imparato alla perfezione la lezione di mamma Thatcher e forse di aver persino superato la maestra. A completare il quadro, ci sono le sue prese di posizione contro la  cultura “woke” (quello “stare all’erta” che è proliferato insieme a “Black Lives Matter”) e anche contro la “cancel culture”, pur precisando di non voler “negare i lati oscuri della storia del Regno Unito”.

Rispetto alle questioni di genere (un tema che riguarda tutto il mondo, Italia non certo esclusa) ha detto di essere contraria all’idea delle quote rosa e lo ha fatto quando era ministro per le donne e le pari opportunità. Si è sempre schierata per la parità dei diritti LGBTQ+ e a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, anche se le associazioni del settore non sembrano amarla particolarmente. Probabilmente è solo una questione di tempo, visto come Truss riesce – prima o poi – a trovare una strada per arrivare ai propri obiettivi. Anche con qualche inversione a U.


 

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