Ecuador: stop a sussidio benzina, violente proteste e stato emergenza
Scene da guerriglia urbana per le strade di Quito in segno di protesta per la fine dei sussidi governativi al carburante
Scene da guerriglia urbana per le strade di Quito, dove in segno di protesta per la fine dei sussidi governativi al carburante, in vigore da 40 anni, giovani manifestanti col volto coperto hanno eretto barricate e incendiato copertoni, scontrandosi violentemente con le forze di polizia. Con la fine dei sussidi il prezzo di vendita del carburante raddoppia. Autisti di taxi, camionisti e altri lavoratori hanno bloccato le strade della capitale per esprimere il proprio malcontento e tutti i trasporti sono rimasti fermi. Allo sciopero hanno preso parte anche molti studenti. Gli agenti in assetto antisommossa hanno lanciato gas lacrimogeni e dispiegato blindati per disperdere le centinaia di manifestanti, di cui 19 sono stati arrestati. In risposta all’escalation di violenza, il presidente Lenin Moreno ha decretato lo stato di emergenza nazionale. “La sollevazione è quasi del tutto sotto controllo. Per garantire la sicurezza dei cittadini ed evitare il caos, ho decretato lo stato di emergenza nazionale”, ha dichiarato il presidente, in visita a Guayaquil, città della costa pacifica teatro anch'essa di manifestazioni. Lo stato di emergenza dà a Moreno, in carica dal 2017, il potere di dispiegare l’esercito per mantenere la sicurezza e di limitare le libertà. Da 40 anni in Ecuador vigeva un sistema di sussidi ai carburanti, secondo il governo una spesa pubblica – di circa 1,3 miliardi di dollari l’anno – che oggi non può più essere sostenuta. Di recente l’esecutivo ha varato una riforma fiscale per ridurre il deficit di bilancio del Paese. Un piano di austerità che rientra in un accordo firmato con il Fondo monetario internazionale (Fmi), che lo scorso marzo ha concesso all’Ecuador un prestito di 4,2 miliardi. Tre giorni fa Quito ha annunciato la sua uscita dall’Organizzazione dei paesi produttori di petrolio (Opep) proprio per potere estrarre quantità superiori di oro nero e accrescere le proprie entrate.
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