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Esteri
Germania: Scholz primo, corsa su Fdp e Verdi. Ma il cancelliere sarà debole

Olaf Scholz è arrivato primo. Incredibile, a pensarci solo più di un mese fa, ma vero. L'Spd che sembrava ormai moribondo ha saputo rilanciarsi e conquistare il primo posto alle elezioni più incerte degli ultimi vent'anni in Germania, le prime senza Angela Merkel. Il ministro delle Finanze ha saputo convincere gli elettori che era proprio lui il candidato giusto per dare continuità al lavoro svolto da Merkel. Paradossale, visto che era il candidato del partito rivale. Ma la debolezza del presunto erede di Frau Angela, Armin Laschet, gli ha spianato la strada. Ciò non significa che formare un governo sarà semplice e né che sarà davvero lui il prossimo cancelliere. 

ELEZIONI GERMANIA, RISULTATI: SPD PRIMO, FALLIMENTO DI DESTRA E SINISTRA RADICALE

Secondo i risultati provvisori della commissione elettorale tedesca l'Spd ha vinto le elezioni politiche con il 25,7% dei voti. Il blocco conservatore Cdu/Csu, letteralmente crollato rispetto al 2017 (ultimo voto dell'er Merkel) è arrivato secondo con il 24,1% dei consensi. Il terzo partito è quello dei Verdi, che però deludono rispetto alle attese e si fermano al 14,8%. Risultato non celebrato come un trionfo, da un partito che un anno fa pensava di avere le carte in regola per vincere le elezioni. Saranno comunque loro l'ago della bilancia, insieme ai liberali dell'Fdp, che hanno ottenuto un lusinghiero 11,5%. Arretrano invece le ali, i partiti radicali. L'estrema destra Afd supera di poco il 10% ma è in costante riflusso rispetto all'exploit degli scorsi anni. Malissimo anche l'estrema sinistra Die Linke, che addirittura non supera lo sbarramento del 5%. Entrerà comunque in parlamento grazie a una norma che prevede l'ingresso al Bundestag anche per un partito che vince in tre collegi uninominali senza raggiungere il 5%.

ELEZIONI GERMANIA, VITTORIA SPD ANCHE NEL SEGGIO DI MERKEL

La palla comunque sembrerebbe ora in mano all'Spd. Significativa e simbolica la vittoria nella circoscrizione numero 15 "Pomerania occidentale-Rugen/Pomerania occidentale-Greifswald", dove la cancelliera Angela Merkel era stata eletta per otto volte dal 1990. Questa volta ha vinto una candidata dell'Spd, Anna Kassautzki. I socialdemocratici hanno anche vinto la corsa nella capitale, con Franziska Giffrey, ex ministra della Famiglia, che si laurea sindaca di Berlino. Ma Scholz ha dimostrato di essere più popolare del suo partito, chiaro che su di lui si reggono le possibilità di guida del governo. Non dovrebbe essere complicato trovare l'asse coi Verdi, più difficile arrivare alla quadra con l'Fdp che pende invece dalla parte della Cdu. 

ELEZIONI GERMANIA, LA CDU CROLLA SENZA EREDI DI MERKEL

Il partito di Merkel paga innanzitutto la mancanza di veri eredi per la cancelliera, che di fatto ha divorato tutti i possibili successori. A partire dall'ex ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer, che non è nemmeno riuscita a vincere la sfida uninominale nel Saarland. Poi lo stesso Laschet, che ieri ha consumato la sua ultima gaffe imbucando la sua scheda elettorale al contrario, mostrando in bella vista ai fotografi e giornalisti previsti il suo voto. Dopo 16 anni l'unione di centro arriva seconda. Non è comunque del tutto tagliata fuori, lo stesso Laschet ha dichiarato che cercherà l'accordo per formare una coalizione. Discorso ribaltato rispetto all'Spd: strada più semplice con l'Fdp, strada più complessa con i Verdi.

ELEZIONI GERMANIA, VERDI E FDP CERCANO UN ACCORDO SU COALIZIONE SEMAFORO O COALIZIONE GIAMAICA

Ma lo sviluppo interessante potrebbe essere che proprio il terzo e il quarto partito si parlino tra loro per capire da che parte andare. Lo ha affermato direttamente il capo dei liberali Christian Lindner, dall'alto del suo 11,7%, che ha sottolineato quanto sia "auspicabile che i partiti che avevano lottato contro lo status quo per prima cosa parlino assieme". Chiaro il riferimento ai Verdi, e la risposta di Annalena Baerbock, anche lei presente al dibattito, non si fa attendere: "E' più che sensato che partiti anche distanti parlino tra di loro in diverse costellazioni", afferma con un ampio sorriso, aggiungendo che "non si tratta di individuare il minimo comun denominatore, ma di porre le basi per costruire il futuro".

MA TRA VERDI E FDP CI SONO DIVERSE SPACCATURE SU ECONOMIA E AMBIENTE

Al momento, comunque, la coalizione "semaforo" (Spd-Verdi-Liberali) sembrerebbe in leggero vantaggio rispetto alla coalizione "Giamaica" (Cdu/Csu-Verdi-Liberali), non fosse altro per l'arrivo al primo posto di Scholz e per il vantaggio dei Verdi rispetto all'Fdp. I partiti minori cercano un accordo tra loro perché sanno che in caso di divaricazione totale tra loro potrebbero restare entrambi a bocca asciutta, con l'ennesima riedizione della grande coalizione Spd-Cdu/Csu. Nel 2017 fu proprio per la contrapposizione tra Fdp e Verdi che fallirono i negoziati per una coalizione 'Giamaica', dando il via all'accordo per la grande coalizione. Ma per i liberali le differenze programmatiche con i Verdi sono notevoli, dall'altra è la base dei Verdi a guardare con notevole ostilità a una opzione di governo che veda appaiata l'unione conservatrice e i liberali. Lindner potrebbe accettare una coalizione "semaforo" chiedendo però il ruolo di ministro delle Finanze. Proprio il ruolo che non vorrebbero concedergli i Verdi, su posizioni opposte rispetto a temi fiscali ed economici. Senza contare le opinioni diametralmente opposte sull'ambiente e sull'industria automobilistica, con i Verdi che vorrebbero mandare in pensione i motori a combustione e l'Fdp che vorrebbe eliminare le sovvenzioni a quelli elettrici.

SENZA ACCORDO CON VERDI-FDP IPOTESI GRANDE COALIZIONE CON SCHOLZ CANCELLIERE

Evidente che se i negoziati, che si prevedono comunque lunghi, non trovassero soluzione con Verdi e Fdp arroccati sulle rispettive posizioni, i due colossi non potrebbero fare altro che governare insieme. Magari con Scholz cancelliere, visto il primo posto e viste le dichiarazioni aperturiste in tal senso della Merkel in campagna elettorale. La grande coalizione sarebbe l'unico scenario nel quale il prossimo cancelliere sarebbe forte, se non quanto la Merkel, almeno abbastanza da rivendicare una libertà di manovra ampia sia in Germania sia in Europa. In caso contrario, la sensazione è che la prossima possa essere la cancelleria meno forte degli ultimi decenni. Anche per la profonda divisione tra i primi due principali partiti. Uno scenario nel quale l'Unione europea perderebbe la sua guida principale e si aprirebbero delle praterie. 

Intanto, però, si prolunga l'ultimo spettacolo di Merkel. C'è chi prevede negoziati fino alla fine dell'anno, se non oltre. Ciò significa che Frau Angela occuperà ancora diverse settimane, se non mesi, il suo ufficio presso la cancelliera di Berlino. 

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