Esteri
Ue, Cameron: nessun ministro Gb dovrà appoggiare il no al referendum

Nessun ministro e sottosegretario conservatore britannico, neppure il più euroscettico, potrà fare campagna per il no all'Unione europea nel referendum che il premier David Cameron ha promesso entro il 2017. Lo ha detto lo stesso Cameron a margine del G7, lasciando intendere che chi lo dovesse fare perderebbe la poltrona. "Sono stato molto chiaro - ha detto il capo dell'esecutivo di Londra - Se si vuol far parte del governo si deve condividere l'impegno per una rinegoziazione (delle relazioni con l'Ue) e per un referendum con esito positivo". E ancora: "Tutti i componenti del gabinetto hanno sottoscritto il programma del manifesto conservatore".
Cameron ha ribadito che il governo non sarà neutrale nella consultazione con cui verrà sottoposta all'elettorato l'ipotesi di un'uscita del Regno Unito dall'Unione, la cosiddetta Brexit: l'obiettivo è ottenere una revisione che consenta di raccomandare un voto favorevole alla permanenza nell'Ue. Una dichiarazione esplicita, quella fatta in Germania, con cui il premier ha voluto mettere subito a tacere la nuova ondata di euroscetticismo che sta montando nel suo partito dopo il successo alle elezioni politiche di maggio. Oltre cinquanta parlamentari conservatori si sono già detti pronti a fare campagna per la Brexit se non si arriverà a cambiamenti radicali. E uno di loro ha lasciato intendere che ben nove ministri potrebbero votare per l'uscita dal blocco europeo, di cui il Regno Unito fa parte dal 1973.
Il primo ministro ostenta sicurezza, ma in realtà è piuttosto vulnerabile. Malgrado la vittoria a sorpresa nelle ultime elezioni, alla Camera dei Comuni ha una maggioranza di soli 12 seggi su 650. Una ribellione aperta dei suoi parlamentari sull'Europa potrebbe far deragliare la sua agenda e gettare non poche ombre sul suo secondo mandato a Downing Street.
Alcuni conservatori euroscettici ritengono che il quesito referendario sia stato formulato in modo da favorire il voto per la permanenza nell'Ue e qualche parlamentare ha addirittura fatto capire di essere pronto a cercare di emendare la legge che porterà alla consultazione. Ma Cameron, le cui proposte di riforma dell'Unione sono state finora accolte in modo contrastante dagli altri leader europei, ha chiarito che non tollererà nessuna rivolta, soprattutto tra i suoi ministri. "Se posso prendere una posizione in cui la Gran Bretagna starà meglio in un'Europa riformata, ovviamente il governo non sarà neutrale", ha detto.