Esteri

Guerra in Ucraina, Putin punta sulla stanchezza e sulle divisioni occidentali

Di Massimo Falcioni

Dopo dopo anni dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina non c'è nessun segnale di pace. Il ruolo delle elezioni Ue

Guerra in Ucraina, Putin punta sulla stanchezza e sulle divisioni dell’Occidente. Il ruolo delle elezioni Ue e Usa. Il commento

Sono oramai due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 e non c’è nessun segnale di pace. La guerra continua e continuerà con maggior vigore in vista della primavera. C’è il rischio, per le mire espansionistiche di Putin, di una sua estensione anche a Ovest, verso Occidente. In Europa non c’è la piena consapevolezza che, come ha ammonito tempo fa l’ex premier Draghi: “Kiev deve vincere la guerra o per l’Ue sarà un colpo fatale”. I rapporti politici e istituzionali fra gli Stati e i legami economici e commerciali degli ultimi anni non sono stati in grado di prevenire una nuova guerra di aggressione in Europa o, quanto meno, a ridosso dei suoi confini storici.

Negli ultimi 25 anni si è passati dalla competizione economica al conflitto militare. In Europa, specificatamente in Italia, non si è ancora capito cosa c’è in campo. Aiutare l’Ucraina a respingere l’invasore è interesse prioritario del Vecchio Continente, Italia in testa. Le elezioni europee del 6-9 giugno 2024, così come le elezioni presidenziali Usa del 5 novembre 2024, incidono già oggi nelle campagne elettorali in corso, sul modo di intendere la guerra in Ucraina, su come evitare il suo allargamento.

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In Italia, nel voto al Senato di mercoledì 24 gennaio dove è stata approvata la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, non sono mancate forti tensioni e divisioni fra i partiti. Al di là dei giri di parole, qui c’era la richiesta del via libera a nuove armi italiane per l’Ucraina. E’ vero che la maggioranza di governo, alla fine, ha votato compatta.

A differenza delle opposizioni, su posizioni anche molto diverse fra loro, dall’atlantismo tout-court di Italia Viva ai zig-zag del Partito democratico.  Inchiodato nella richiesta di puntare sulla diplomazia e porre fine all’invio di aiuti all’Ucraina il M5S, come se l’uso della diplomazia fosse alternativo agli aiuti militari ed economici. Senza gli aiuti dell’Occidente Putin avrebbe già vinto la guerra, magari spostandola poi a Ovest, convinto di poter invadere persino i Paesi dell’Est Europa ripristinando di fatto la realtà post 1945. Insistere a dire, come fanno il M5S e parte del PD, che non bisogna più spendere soldi per l’Ucraina perché quei soldi servono all’Italia e agli italiani non è solo demagogia ma è un errore politico.

C’è da sperare che in questi atteggiamenti di una parte delle opposizioni non ci siano interferenze russe ma siano “solo” il frutto della lotta politica Made in Italy. Non è bello neppure assistere ai “distinguo” all’interno della maggioranza, come continua a fare la Lega che, addirittura, in un suo ordine del giorno ha chiesto ufficialmente al (suo) governo di avviare un “percorso diplomatico” per “una rapida soluzione del conflitto”. Solo propaganda o richiesta politica di un “cambio di passo” sulla posizione tenuta dalla premier Giorgia Meloni? Il tutto in attesa delle elezioni europee e, in particolare, di quelle in Usa dove il ritorno di Trump alla Casa Bianca e un disimpegno americano verso l’Ucraina e la sicurezza europea in generale non sono poi così impossibili.

Il rischio è che le elezioni in Europa e in Usa, con i tiri mancini di tutti nelle campagne elettorali, siano usate per questioni di potere interno lasciando che i fuochi di guerra in corso proseguano nei loro percorsi devastanti. E’ questo che Putin vuole. E’ questo che a Putin, e ai suoi supporter ovunque annidati, bisogna negare.