Esteri

I sostenitori di Trump minacciano le forze dell'ordine sui social

Il figlio del tycoon contro il raid nel resort di famiglia: "Nessun mandato di perquisizione"

Trump, aumentano le minacce sui social alle forze dell'ordine

Il direttore dell'Fbi Christopher Wray ha dichiarato di essere "preoccupato" per le minacce agli agenti delle forze dell'ordine, aumentate (specialmente sui social) in seguito al blitz nella casa dell'ex presidente Donald Trump in Florida. Parlando in una conferenza stampa a Omaha, in Nebraska, Wray ha detto la violenza contro le forze dell'ordine "non è la risposta, a prescindere da coloro con cui si è arrabbiati". Il direttore dell'FBI ha tuttavia evitato di fornire dettagli o spiegazioni sull'irruzione nella casa dell'ex presidente, affermando che la politica del Federal Bureau of Investigation non prevede che si parli dei casi in corso. Resta che sono cresciute in maniera esponenziale le minacce, anche di morte, che repubblicani o sostenitori di Trump stanno rivolgendo a Wray e agli agenti che hanno eseguito la perquisizione.

L'ex presidente evita di testimoniare e attacca il procuratore di New York: "James, una fallita in politica". Il figlio Eric sul raid degli agenti nel resort di famiglia: "Hanno agito in modo poco ortodosso, senza consegnare il mandato di perquisizione e tenendo lontani i suoi legali".

Trump si rifiuta di rispondere alle domande e si appella al Quinto Emendamento

"Ho rifiutato di rispondere alle domande in base ai diritti e ai privilegi concessi a ogni cittadino dalla Costituzione degli Stati Uniti", ha affermato Trump in una nota

"Quando la tua famiglia, la tua azienda e tutte le persone a te vicine diventano il bersaglio di una caccia alle streghe infondata e politicamente motivata, sostenuta da avvocati, pubblici ministeri e Media Fake News, non hai scelta", ha aggiunto l'ex presidente.

Trump ha spiegato di essersi appellato al Quinto Emendamento su consiglio dei suoi legali.

Il tycoon, che nel 2016 sosteneva che una persona innocente non avrebbe mai dovuto fare appello al principio che dà diritto a una persona a non rispondere a domande se queste possono rischiare di incriminarlo, ha spiegato in una dichiarazione emessa oggi: "Una volta mi chiesero: se sei innocente, perché ti affidi al Quinto Emendamento? Ora conosco la risposta". Il riferimento, allora, era relativo alla scelta di Hillary Clinton di avvalersi di questo dispositivo normativo.