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Esteri
Joe Biden, il nuovo Presidente fa sperare di nuovo l’isola di Cuba.
(fonte Lapresse)

‘Virgencita, meno male’, 'cara Vergine meno male’ così una signora si sfoga nel Malecón dell’Avana dopo aver saputo della vittoria di Joe Biden. E a Cuba non è stata sicuramente l’unica a celebrare la vittoria del democratico. Per Cuba liberarsi di Donald Trump era una priorità nazionale. Troppo grande è stato il danno economico creato all’isola caraibica dalle 132 misure e sanzioni dell’ultimo anno volute dal repubblicano.Un secondo mandato al tycoon sarebbe stato per Cuba, con il turismo a zero e una complessa riforma economica che si sta sviluppando, una tragedia annunciata. La vittoria di Biden è una speranza ma bisognerà capire quanto sarà grande questa speranza.

La prima reazione ufficiale del Presidente cubano Miguel Diaz-Canel è stata timida ‘il popolo americano ha scelto una nuova strada. Crediamo nella possibilità di una relazione costruttiva e rispettosa delle differenze'. Molti cubani, ad esempio, hanno figli e parenti a Miami ( molti dei quali curiosamente fans di Trump) che dall’arrivo del repubblicano non hanno potuto vedere poiché il repubblicano ha bloccato il Consolato Usa all’Avana. Almeno 60/80000 cubani non hanno potuto andare negli States con un visto temporaneo. 

A parte la questione migratoria Trump ha scientificamente distrutto ciò che Obama aveva costruito. Stop ai voli diretti e alle crociere, limiti alle rimesse e agli investimenti stranieri e restrizioni dei viaggi degli americani nell’isola caraibica.

Solo rimettere tutto ciò che Trump ha tolto sarebbe un grande risultato. La priorità che Biden attribuirà a Cuba dipenderà da molti fattori, ma per rimediare ai tanti disastri che Trump ha lasciato ci vorrà molto tempo. In ogni caso uno dei punti prioritari per i cubani è riattivare il gruppo di lavoro impegnato su 22 aree di cooperazione relative a sicurezza, lotta al narcotraffico cooperazione medioambientale.

Tutto questo potrà succedere solo se verrà applicata la Direttiva Politica Presidenziale per la Normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba firmata nel 2016 da Barack Obama. La Direttiva prevede una politica di compromesso attiva, promozione del commercio e degli investimenti, scambi di ogni tipo e appoggio per permettere a Cuba di entrare in differenti organismi internazionali.

‘La nostra politica-afferma la Direttiva-è stata disegnata per appoggiare la capacità dei cubani di esercitare i propri diritti umani e libertà fondamentali, con l’aspettativa che uno sviluppo del commercio permetta un futuro prospero e sostenibile per una maggiore parte della popolazione cubana’. Il cambio di Presidenza avviene nel mezzo di una riforma interna dell’economia che promette un forte impulso all’iniziativa privata, maggiore autonomia delle imprese statali e maggiori poteri ai governi locali.

Sarà il nuovo Presidente americano quello che toglierà il blocco, il famigerato ‘bloqueo'? Tutti lo sognano ma pochi cubani lo sperano realmente. Troppe volte sono stati delusi. 

Vedremo se stavolta, e davvero, il Presidente democratico che semina parole di pace vorrà spingere a fondo e ridare a Cuba l’ossigeno che con il ‘bloqueo’ gli è stato tolto da troppo tempo.

 

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