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Esteri
Lgbt+, Ursula contro la legge ungherese. Orban: "Vergogna, sono accuse false"

Lgbt+, scontro tra Ursula von der Leyen e Viktor Orban

È scontro diretto tra Ursula von der Leyen e Viktor Orban. Dopo che la Uefa ha negato alla Germania di colorare di arcobaleno l'Allianz Arena (in sostegno alla comunità LGBT e contro la recente legge ungherese che rende illegali libri, film e contenuti che promuovano l'omosessualità) dove si terrà Germania-Ungheria, si sono innescate una serie di commenti e di controversie tra la presidente della Commissione europea e il Primo ministro ungherese. La Uefa, società organizzatrice di Euro2020, in un post su Twitter ha cambiato il proprio logo ed ha spiegato che "è orgogliosa di indossare i colori dell'arcobaleno. È un simbolo che incarna i nostri valori fondamentali, promuovendo tutto ciò in cui crediamo: una società più giusta ed egualitaria, tollerante con tutti, indipendentemente dal loro background, credo o genere".

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Nel post c'è la spiegazione del no alla richiesta della città di Monaco "la richiesta stessa era politica, legata alla presenza della squadra di calcio ungherese allo stadio per la partita di questa sera con la Germania. Per l'Uefa, l'arcobaleno non è un simbolo politico, ma un segno del nostro fermo impegno per una società più diversificata e inclusiva". Nel frattempo il primo ministro ungherese Viktor Orban ha deciso di cancellare il viaggio che doveva portarlo a Monaco e ha deciso - nel pieno della polemica sulla legge anti-Lgbt approvata nel suo Paese e sul rifiuto Uefa di illuminare nei colori arcobaleno lo stadio in occasione dell'incontro di stasera - di recarsi a Bruxelles.

"Che lo stadio di Monaco o un altro in Europa siano o meno illuminati con i colori arcobaleno non è decisione dello Stato" ha dichiarato alla Dpa, chiedendo ai politici tedeschi di accettare il no Uefa. La Commissione Europea ha intanto minacciato azioni legali contro l'Ungheria e definito la contestata legge anti-Lgbt "una vergogna".

Lgbt+, Orban contro von der Leyen: "Dichiarazioni vergognose"

"La dichiarazione della presidente della Commissione europea" sulla presunta legge anti-Lgbt ungherese "è una vergogna perchè si basa su accuse false" di "un'opinione politica faziosa" e non sono precedute da "un'indagine imparziale". Così una nota ufficiale del Governo ungherese "in risposta ai commenti della presidente della Commissione europea sulla legge ungherese sulla protezione dell'infanzia". La norma è stata ritenuta da 17 Paesi Ue come discriminatoria nei confronti delle persone Lgbt e, questa mattina, von der Leyen ha annunciato che userà tutti i poteri della Commissione per proteggere i diritti dei cittadini.

"Il disegno di legge ungherese di recente adozione - secondo il Governo di Budapest - tutela i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori", si legge nella nota. "La dichiarazione della presidente della Commissione è una vergogna - ribadisce l'esecutivo di Viktor Orban - perchè il disegno di legge ungherese si basa sull'articolo 14, paragrafo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea".

Le critiche più aspre al provvedimento sostengono che il testo confondi le sfumature della non-eterosessualità con la pedofilia. Tesi che troverebbe una conferma nelle parole di Peter Szijjarto, ministro degli Esteri ungherese, sempre rivolte alla polemica sull'Allianz Stadium: "L'Ungheria ha approvato una legge per proteggere i bambini ungheresi e ora in Europa occidentale se ne lamentano. Vogliono esprimere il dissenso inserendo la politica in un evento sportivo, che non ha nulla a che fare con l'approvazione delle nostre leggi".

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