"Stiamo bene e non abbiamo subito violenze": queste le prime parole dei due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno Cacace, sequestrati in Libia a settembre e liberati nella notte. Lo hanno dichiarato gli stessi due tecnici, che sono arrivati all'alba in Italia, con un volo dedicato. Lo riferiscono fonti dell'Unità di Crisi del ministero degli Esteri.
"Finalmente è un buongiorno. So che mio fratello è libero e sono felice. Non l'ho ancora sentito. Aspettiamo tutti il suo ritorno", dice Daniela Calonego, sorella di Danilo Calonego dice di essere stata avvertita dalla Farnesina della conclusione positiva della vicenda. "Sono contenta, veramente contenta. È da quel 19 settembre che non avevamo più notizie di lui. Non so quando tornerà a casa ma l'aspettiamo". "Sono felice per questa bella notizia che ci dà sollievo dopo tanti giorni di apprensione" dichiara il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Gian Paolo Beretta, "organizzeromo una bella festa".
Prosegue la nota del Ministero: "La vicenda si è conclusa grazie alla efficace collaborazione delle autorità locali libiche". Secondo una fonte della sicurezza libica di alto livello, i due italiani sarebbero stati liberati dalle forze di sicurezza del Consiglio presidenziale della Libia. La fonte parla di un'operazione di intelligence del Consiglio Presidenziale. Il capo del consiglio comunale della città di Ghat ha detto che "gli occidentali liberati sono in buona salute".
Bruno Cacace, 56 anni, residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che vive in Libia da 15 anni, e Danilo Calonego, 66 anni, della provincia di Belluno, erano stati rapiti tra le 7 e le 8 del mattino del 19 settembre scorso a Ghat, da sconosciuti armati e mascherati. I tre ex ostaggi saranno sentiti in mattinata dal pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta aperta il 19 settembre scorso per sequestro di persona con finalità di terrorismo. L'atto istruttorio dovrebbe svolgersi in una caserma dei carabinieri del Ros.