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Louvre, ma la sicurezza dov'è? Tiktoker appendono un loro ritratto vicino alla Gioconda e... VIDEO
Due tiktoker beffano la sicurezza del Louvre appendendo il loro quadro accanto alla Gioconda. L’ennesima figuraccia dopo il furto dei Gioielli della Corona

La sicurezza del Louvre torna nell’occhio del ciclone, e non per la prima volta negli ultimi mesi. Questa volta a beffare il museo più famoso del mondo non sono ladri professionisti né trafficanti d’arte, ma due tiktoker belgi – Neal e Senne – diventati ormai specialisti delle infiltrazioni virali.
I due hanno documentato l’impresa sui social: un loro dipinto, realizzato ad hoc, è stato appeso di nascosto nella sala più sorvegliata del Louvre, proprio quella dove migliaia di visitatori ogni giorno si accalcano davanti alla Gioconda. Un gesto simbolico, studiato per far discutere, che è rimbalzato online in poche ore.
Secondo la loro ricostruzione, la “chiave” dell’operazione sarebbe stata una cornice costruita interamente con mattoncini LEGO: niente metallo, nessuna componente proibita. Un trucco semplice ma efficace per superare i controlli ai metal detector, pur entrando con un oggetto che nessuno avrebbe dovuto portare con sé.
La vicenda arriva in un momento particolarmente delicato per il Louvre. Appena un mese fa, il 19 ottobre, un commando di ladri travestiti da operai edili era riuscito a portare via otto pezzi dei Gioielli della Corona francese in pieno giorno, un furto da 88 milioni di euro che ha scosso la Francia e il mondo dell’arte.
Ora la trovata dei due content creator, molto meno grave ma altrettanto simbolica, rimette al centro il tema delle vulnerabilità del museo. Ancora una volta, la domanda è la stessa: com’è possibile che il sistema di sorveglianza del Louvre venga eluso così facilmente?
Intanto Neal e Senne continuano a cavalcare la loro reputazione da infiltrati creativi. Non è la prima volta che riescono a sorprendere: pochi mesi fa si erano introdotti gratis alla finale di Champions League fingendosi operai. L’ultimo “colpo” al Louvre conferma la loro abilità nel trasformare ogni infiltrazione in un contenuto virale.
Il dibattito resta aperto: provocazione artistica? Satira sociale? O un ennesimo campanello d’allarme sulla sicurezza del museo più visitato del pianeta?
