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Midterm Usa, c'è bisogno di un’America forte contro la guerra Russa Ucraina

Midterm Usa, niente ondata rossa repubblicana

“È chiaro che non c’è stata la cosiddetta ondata repubblicana e non è un dato positivo per Trump perché puntava proprio su questa per avanzare forte nella propria candidatura del 2024”: così Daniele Ruvinetti, analista geopolitico e senior advisor della Fondazione Med O, ha commentato i risultati del Midterm più costoso della storia (16,7 miliardi di dollari investiti, due in più rispetto al 2018).

“In questo momento abbiamo bisogno di un’America forte perché gli americani sono i primi e frequenti interlocutori di Russia e Ucraina e speriamo che prima di Natale ci sia una bozza di accordo. Se l’America si fosse indebolita, certamente si sarebbe creato un vantaggio per i russi. Dunque, la non ondata rossa è stata vista positivamente da John Biden perché sarebbe stato travolto da un risultato che lo avrebbe indebolito e ora potrebbe pensare di ricandidarsi nel 2024” ha analizzato Daniele Ruvinetti.

Inflazione, sicurezza, aborto e diritti: è su questi temi che gli Stati Uniti sono andati al voto per le elezioni di metà mandato. E sorprendenti sono i risultati delle elezioni, mentre si attende lo spoglio completo delle votazioni dell'8 novembre. Con buona probabilità, i repubblicani vanno verso la vittoria sui democratici alla Camera dei Rappresentanti, seppur con un margine inferiore alle attese, ma non sono ancora riusciti ad imporsi al Senato, smentendo in parte i sondaggi e le previsioni della vigilia.

“Oltre alla mancata ondata rossa, altro fattore interessante è la vittoria di Ron De Santis in Florida, repubblicano molto quotato che potrebbe candidarsi nel 2024. Oggi Trump non è molto contento perché è un risultato che non lo fa gioire. Sono stati riconfermati i repubblicani in Texas Greg Abbott e in Georgia Brian Kemp.” E relativamente alle velate minacce del tycoon che ha rivolto a De Santis circa la probabile candidatura “Trump ha dei metodi molto diretti, diciamo che analizzando da fuori, ti dà il sentore della preoccupazione che ha su De Santis. Certo, di Trump abbiamo visto la forza di portare la gente in piazza e di assaltare Capitol Hill, ma l’establishment repubblicano, secondo me, potrebbe puntare su De Santis nel 2024.”

E, dunque, in attesa dei risultati ufficiali delle elezioni, arrivano anche altre prime certezze: la democratica Maura Healey prima donna e prima gay governatrice del Massachusetts; il 25enne dem Frost diventa il primo generazione Z a entrare al Congresso. In Pennsylvania il governatore è John Fetterman, che batte il trumpiano repubblicano, Mehmet Oz ed è per la prima volta che un presidente viene riconfermato in questo stato.

“Intanto, Trump che sperava sulla grande vittoria repubblicana e di annunciare la sua candidatura, comincia a parlare di brogli. I programmi disattesi, tuttavia, non escludono il fatto che possa ricandidarsi” ha proseguito l’analista geopolitico Daniele Ruvinetti.

L’arrivo di Trump e la polarizzazione dell’America: chi è contro e chi è con lui

“Secondo me, c’è stato un fattore interessante, quasi dall’arrivo di Trump l’America si è polarizzata in due: chi sta con Trump e chi sta contro. Ora c’è una forte polarizzazione accentuata. Trump ha molto polarizzato e acceso il divario tra i due partiti e questo sta portando all’elettorato più schierato. Da un lato i democratici più protettivi per difendere il loro territorio, dall’altra parte c’è Trump che cerca di avanzare.”

Dem: possibile candidatura 2024 del governatore California, Gavin Newsom

“Il governatore della California, Gavin Newsom, è democratico e potrebbe essere candidato nel 2024. A conferma del fatto che si riconfermano tutti i governatori uscenti. L’assalto a Capitol Hill ha influito molto, per l’America è stato uno choc dai riflessi forti. Per cui, da una parte ci sono i dem i guardiani della democrazia, dall’altra c’è Trump che sta cercando di affermarsi. Sarà molto interessante la sfida del 2024 e probabilmente sia Trump che Biden potrebbero anche trovare delle situazioni non semplici nei rispettivi partiti.”

L’America e il rapporto con Giorgia Meloni

“È chiaro che la sua è una politica filoatlantista. Scelta giusta, l’America è il nostro partner fondamentale. Sta costruendo un rapporto forte e privilegiato con gli americani. Un repubblicano, che sia Trump o De Santis, potrebbe essere ulteriore motivo di avvicinamento anche per consonanza politica, essendo i repubblicani più vicini alle sue ideologie.

Questo potrebbe creare un forte legame tra Meloni e l’Italia come punto fondamentale in Europa. È stata molto intelligente perché ha iniziato il suo primo viaggio, va mantenuto l’equilibrio con l’establishment europeo, e, se nel 2024 dovessero vincere i repubblicani, ci sarebbe certamente un rafforzamento per lei.”

WhatsApp Image 2022 11 09 at 11.51.14Daniele Ruvinetti, analista geopolitico e senior advisor della Fondazione Med O

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