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Esteri
Patrick Zaki, altri 45 giorni di carcere. Amnesty: "Udienza senza avvocati"

Resta in carcere Patrick Zaki, lo studente dell'Università Alma Mater di Bologna arrestato per ''propaganda sovversiva su Internet'' dalle autorità egiziane all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020. Lo riferiscono sui social gli attivisti e gli studenti dello stesso Ateneo frequentato da Zaki, che chiedono il suo rilascio immediato. La decisione di prolungare la custodia cautelare senza un processo è stata presa ieri 1 giugno dal Tribunale del Cairo. Questo significa, si legge sui social, che lo studente egiziano trascorrerà dietro le sbarre il suo trentesimo compleanno.

L'udienza per il rinnovo della custodia cautelare in carcere per Patrick Zaki è avvenuta "in assenza degli avvocati e degli osservatori delle ambasciate", aveva confermato all'Agi Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che giudica la notizia come "un bruttissimo segno che non fa ben sperare".

A parlare, martedì 1 giugno, era stata anche la sorella di Patrick, Marise Zaki, che al Corriere della Sera ha dichiarato: "Non riceve farmaci adeguati, non è stato visitato da uno specialista e non gli è stato somministrato il vaccino, nonostante soffra di asma".

Sulla vaccinazione di Zaki non sono stati fatti passi avanti, ha detto la sorella, "non ci preoccupa solo l'asma, che resta comunque grave e lo rende ancora più vulnerabile al coronavirus. Negli ultimi quattro mesi il suo dolore alla schiena si è aggravato dal momento che non è stato sottoposto ad una terapia adatta. Inoltre è molto dimagrito, soffre di ansia e depressione, a seconda della situazione. È sempre stato una persona molto energica e attiva. Non è abituato a stare seduto senza fare nulla per giorni".

A Patrick, prosegue la sorella "manca tantissimo Bologna, incontrare i suoi amici e stare con noi, la sua famiglia, senza restrizioni. Gli mandiamo tanti libri, ultimamente gliene ho fatti avere anche in italiano in modo che non dimentichi la vostra lingua, quella in cui ha studiato e in cui spera di tornare presto ad esercitarsi dal vivo".

"Mio padre è stato in ospedale il mese scorso. È molto angosciato per Patrick e questo ovviamente aggrava le sue condizioni di salute. Come famiglia abbiamo alti e bassi ovviamente. Siamo delusi e scoraggiati perché Patrick sta affrontando questa prigionia così lunga senza alcun motivo", prosegue Marise Zaki. Il 16 giugno il fratello compirà 30 anni.

"Spero ovviamente di poter festeggiare con lui nella nostra casa a Mansoura, da dove manca da più di un anno", ha detto Marise, "E di vederlo di nuovo felice come era, con il suo bel sorriso. Più di tutto però gli auguro di tornare nella sua Bologna a studiare, perché so essere questo il suo desiderio più grande: imparare e crescere. E non credo proprio che questo sia un crimine".

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