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Esteri
Pompeo-Vaticano, secondo round. A Sant'Egidio non si è parlato di Cina
(fonte Lapresse)

L'arrivo di Mike Pompeo a Roma ha ampliato, e non ricucito, le tensioni diplomatiche tra Washington e Santa Sede. E' questo il senso dei diversi articoli che la stampa Usa oggi dedica alla prima giornata romana del segretario di Stato americano, con ricostruzioni dettagliate di inviati e corrispondenti della lite diplomatica con il Vaticano per i rapporti con la Cina. "La spaccatura diplomatica sui rapporti con il governo cinese si è accentuata ieri quando il segretario di Stato Mike Pompeo ha esortato la chiesa cattolica a mettere in campo la sua autorità morale in nome dei credenti perseguitati in Cina", scrive oggi il Washington Post che spiega che al centro della disputa tra Usa e Santa Sede "c'e' un negoziato segreto per la nomina dei vescovi cattolici in Cina". Il giornale americano sottolinea come "la tensione tra Casa Bianca e Vaticano stia attirando una grande attenzione in Italia, un Paese fortemente cattolico". Ed ha intervistato Francesco Sisci, professore di Relazioni internazionale all'Università di Pechino, che ha espresso la convinzione che Pompeo avrebbe avuto l'udienza dal Papa se non avesse polemizzato con il Vaticano con il suo "tono".

USA: S. EGIDIO, CON POMPEO PARLATO LIBERTA' RELIGIOSA MA NON DI CINA

Con il segretario di Stato americano Mike Pompeo abbiamo parlato di libertà religiosa, ma non di Cina. Lo ha detto ai giornalisti il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, al termine della visita del segretario di Stato americano Mike Pompeo nella sede de 'L'Onu di Trastevere'. Le questioni sulle quali vi sono state polemiche "non erano in agenda", "non abbiamo parlato di Cina", ha aggiunto, rispondendo ad una domanda sulle tensioni Usa-Vaticano in merito al rinnovo dell'accordo fra Pechino e la Santa Sede. "Abbiamo parlato di libertà religiosa, a partire dai cristiani in Siria, delle tante situazioni in cui i cristiani sono una minoranza perseguitata", della minoranza musulmana di Rohingya, degli Yazidi, ha spiegato Impagliazzo. "Su questo la comunità di Sant'Egidio fa un grande lavoro, anche perché vi sono nostre comunità cristiane di minoranza in paesi musulmani. Il tema è il dialogo inter -religioso e il suo sviluppo". Pompeo ci ha detto che quello di Sant'Egidio "è un lavoro nobile, che arriva dove la politica non può arrivare", si tratta di un lavoro che gli Stati Uniti "apprezzano, ha riferito Impagliazzo. Con lui ad incontrare Pompeo vi erano anche il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, l'ex vice ministro degli Esteri Mario Giro e Mauro Garofalo, che per la comunità segue il negoziato di pace per il Sud Sudan.

USA: S.EGIDIO CHIEDE A TRUMP GRAZIA PER 4 CONDANNATI A MORTE

La Comunità di S. Egidio ha chiesto a Donald Trump di concedere il perdono presidenziale a quattro condannati a morte per reati federali, attualmente detenuti in Indiana. La richiesta è stata fatta tramite il segretario di Stato americano Mike Pompeo che oggi è venuto in visita alla Comunità, ha detto ai giornalisti il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, al termine dei colloqui. Impagliazzo non ha voluto dire i nomi dei quattro condannati a morte, ma ha riferito che sono tutti cittadini americani. Si tratta di un bianco, due afroamericani e un ispanico, persone in situazioni di "vulnerabilità" per le quali "a nostro avviso, vi è stato un processo incerto". La richiesta avviene nel contesto della decisione del presidente americano Donald Trump di revocare la moratoria delle condanne a morte per reati federali, che ha già portato ad alcune esecuzioni. La Comunità di Sant'Egidio è da tempo impegnata in una campagna a livello internazionale per una moratoria della pena capitale.

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