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Esteri
Referendum in Svizzera, vince il NO: bocciata la proposta anti- immigrazione
Bandiera svizzera 

Vince il no col il 63%, ma non in Ticino 

Il referendum in Svizzera per "un'immigrazione moderata" sarà respinta con il 63% dei no: è la prima proiezione di SRG SSR sul risultato del primo oggetto in votazione oggi. Il margine d'errore è del +/-3%, ha fatto sapere l'istituto Gfs.Berna. Il quesito era stato soprannominato la Brexit elvetica perché puntava ad abolire l'accordo per la libera circolazione delle persone. Ciò avrebbe portato la Svizzera fuori dall'area di Schengen, di cui la Confederazione elvetica fa parte pur non essendo paese membro dell'Ue. 

La bocciatura del quesito era stata ampiamente prevista dai sondaggi, in una Svizzera dove le conseguenze economiche dell'emergenza covid favorivano una richiesta di stabilità. Tuttavia va notato che in Ticino, dove vi sono tensioni sui frontalieri italiani, il referendum ha ottenuto la maggioranza dei voti, con un 53,1% di sì.

La proposta populista dell' UDC

L'iniziativa popolare sulla quale si è votato era stata presentata dal partito conservatore populista Udc, che sperava di ripetere il successo del referendum per un tetto sull'immigrazione che vinse a a sorpresa con il 50,33% nel 2014 malgrado l'opposizione del resto dei partiti. Ma allora il parlamento ne annacquò l'applicazione, perché altrimenti la Svizzera sarebbe dovuta uscire da Schengen. E così anche l'iniziativa popolare "prima i nostri", approvata con un referendum in Ticino nel 2016, alla fine non ha avuto applicazione.

Tutti gli altri partiti svizzeri si opponevano all'iniziativa, sottolineando che la rottura con l'Ue avrebbe limitato le opportunità di esportazione per le aziende svizzere, minacciato posti di lavoro, portato ad un aumento dei prezzi e aggravato la carenza di manodopera qualificata. Anche i diritti e l'accesso al mercato del lavoro dei 760.200 svizzeri residenti all'estero sarebbero stati messi in discussione. Il referendum ha già creato difficoltà con Bruxelles, portando alla sospensione dei negoziati sull'accordo quadro che punta a regolare i rapporti fra Svizzera e Ue, finora definiti da una complessa rete di accordi diversi. La Svizzera non fa parte dell'Ue, ma di fatto è profondamente integrata con essa, per evidenti motivi geografici ed economici. 

In Svizzera più di due milioni di residenti sono stranieri 

Nel 1999 Berna e Bruxelles hanno firmato sette accordi bilaterali, poi confermati da referendum in Svizzera. L'accordo sulla libera circolazione, contiene la cosiddetta "clausola ghigliottina", in base al quale la disdetta di ognuno degli accordi comporta la disdetta di tutti gli altri. La vittoria del No, avrebbe dunque anche un impatto su diversi accordi che riguardano trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici. Paese con poco più di 8,6 milioni di abitanti, la Svizzera conta più di due milioni di residenti stranieri.

Gli italiani sono più di 640mila, più della metà dei quali con la doppia cittadinanza, senza contare i frontalieri che ogni giorno varcano il confine per andare al lavoro. Ogni giorno lo fanno circa 76mila connazionali ed è significativo che il governo elvetico non abbia mai bloccato il loro ingresso, anche nei giorni più bui dell'epidemia di coronavirus in Lombardia. Senza i medici e gli infermieri provenienti dall'Italia, la sanità del Ticino si sarebbe trovata in grave difficoltà. Gli svizzeri non hanno votato oggi solo sulla Brexit elvetica. Secondo i primi rilevamenti, gli elettori hanno approvato anche un congedo di paternità di due settimane e bocciato ulteriori deduzioni fiscali per i figli, mentre rimangono in bilico i referendum per permettere la caccia al lupo e vietare l'acquisto di nuovi aerei da combattimento.

 

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