Renzi, Israele e i discorsi che fanno la storia - Affaritaliani.it

Esteri

Renzi, Israele e i discorsi che fanno la storia

Qualcuno poteva dire l'opposto di quanto affermato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla Knesset, il Parlamento israeliano: "Voi non avete solo il diritto di esistere ma anche il dovere di esistere e di resistere"?
Più difficile concordare "storicamente" (nel senso scientifico del termine) sul fatto che "l'esistenza dello Stato di Israele precede di secoli ogni accordo internazionale". E' proprio   la storia dei figli di Giacobbe a dirci che lo Stato di Israele è stato creato solo nel XX secolo. Poco chiara la frase: "Chi ritiene di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro".
Per dovere di completezza, né Matteo Renzi, ma neppure il premier israeliano Benjamin Netanyahu, si sono soffermati sulle leggi razziali promulgate in Italia nel 1938-39. E sorprende quel "Viva l'Italia!" di Benjamin Netanyahu.


A Betlemme, di fronte al presidente dell'Anp, Abu Mazen, Matteo Renzi ha ricordato che "l'Italia persegue la soluzione di due popoli due stati. È l'unica che per noi può condurre a un risultato". (E certo non era quello il contesto per entrare nei dettagli di una questione così complessa).

E' la tendenza dei leader, da Obama a Papa Francesco. Tutti i grandi vorrebbero che un loro discorso sia citato nel futuro. La prova di essere passati alla storia. Si pensi ai famosi "I have a dream" di Martin Luther King, al discorso "alla luna" di Papa Giovanni XXIII o all' "Io sono un berlinese"  di John Fitzgerald Kennedy.
Un discorso memorabile, come la retorica classica insegna, prevede caratteristiche precise. Una delle principali è la semplicità, al cui ottenimento sono d'ostacolo  preconcetti (anche quelli per così dire "positivi") e sentimentalismo.


Ernesto Vergani