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Esteri
Siria, gli Usa frenano sulla guerra. Haley: Trump non ha ancora deciso


Mai come adesso lo scontro militare tra le due superpotenze, Usa e Russia, è stato così vicino. La Siria è la miccia. Anche se per il momento si allontana lo spettro di un immediato raid americano dopo il mezzo passo indietro di Donald Trump. La priorità è non lasciare impunito l'uso di armi chimiche nel Paese, come ribadito in una telefonata la notte scorsa tra il presidente Usa e la premier britannica Theresa May dopo il nulla di fatto alla riunione del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca.

Mosca intanto continua a difendere Damasco. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, citato dalla Tass, ha detto che la Russia dispone di dati inconfutabili a dimostrazione del fatto che l'attacco chimico nella città siriana di Duma è stato messo in scena da servizi speciali di un paese straniero. Lavrov ha poi espresso l'auspicio che i Paesi occidentali decidano di non ispirarsi agli scenari iracheno o libico in Siria: "Dio non voglia che vengano compiuti passi avventati in Siria come in Libia o in Iraq", ha dichiarato ai giornalisti. "Ma ad ogni modo - ha avvertito - anche incidenti insignificanti provocheranno nuovi flussi di migranti verso l'Europa".

L'instabile situazione in Siria può scatenare altre conseguenze di cui né la Russia né i suoi vicini europei hanno bisogno, ha aggiunto Lavrov. "Possono essere accolte positivamente solo da quanti stanno oltreoceano e attendono di nascondersi mentre portano avanti gli sforzi per distruggere questa intera regione al fine di promuovere i loro progetti geopolitici".

L'Italia ha annunciato ieri che non parteciperà ad azioni militari in Siria, chiarendo che, in base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione.

Anche il governo tedesco ieri ha reso noto che non prenderà parte a eventuali raid militari in Siria. Ad affermarlo è stata la cancelliera Angela Merkel. La Germania tuttavia, ha aggiunto Merkel durante una conferenza stampa a Berlino, "vuole assicurarsi che ogni sforzo venga fatto per dimostrare che questo attacco con armi chimiche non è accettabile".

Diversa la posizione di Parigi. Ieri Macron ha detto che la Francia ha le prove del fatto che il regime siriano ha fatto uso di armi chimiche il 7 aprile e che prenderà le sue decisioni al momento opportuno su eventuali incursioni aeree di rappresaglia in coordinamento con gli Stati Uniti. Oggi il sottosegretario Christophe Castaner, intervenendo su BFMTV e RMC, ha dichiarato che il governo francese manterrà il riserbo sull'eventuale decisione di compiere attacchi aerei in Siria. "Se gli attacchi verranno decisi - ha spiegato - non ve lo dirò, il presidente della Repubblica non ve lo dirà. Non è qualcosa destinato ad essere reso pubblico, perché metterebbe a rischio la qualità dell'operazione e le donne e gli uomini che devono intervenire".

Il capogruppo e il leader della Duma russa Vyacheslav Volodin hanno presentato una proposta di legge che prevede misure di rappresaglia da parte russa nei confronti delle politiche anti-russe degli Stati Uniti: "La proposta legislativa è stata elaborata come misura occhio per occhio contro le sfide messe in atto dagli Stati Uniti e dai suoi rappresentanti politici nella forma di azioni non costruttive ed ostili, e l'introduzione di sanzioni contro la Federazione russa in generale, i suoi cittadini, le sue entità legali", ha dichiarato oggi Volodin.

Il disegno di legge su "Misure per influenzare azioni ostili portate a termine dagli Stati Uniti ed altri stati stranieri" verrà discusso il 16 aprile nel corso di una sessione parlamentare speciale. Esso prevede l'introduzione di restrizioni sulle importazioni di prodotti agricoli, alcol e tabacco "provenienti dagli Stati Uniti o altri paesi che hanno sostenuto le misure che gli Stati Uniti hanno imposto al nostro paese", ha annunciato Ivan Melnikov, vicepresidente della Duma, citato dalla Tass.

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