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Esteri
Ucraina, l'Europa vuole credere a Xi. Ma Zelensky, Putin e Biden frenano

L'Europa riallaccia i legami con Xi e spera in una soluzione sull'Ucraina

Il mondo prova a sperare in Xi Jinping per mettere fine alla guerra in Ucraina. Ma le due parti in causa nel conflitto, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, non sembrano per niente inclini a mettere fine al conflitto e le posizioni inconciliabili su un'ipotetica e tortuosa strada per il negoziato rendono difficile immaginare una qualsiasi soluzione politica che possa essere percorsa in maniera concreta. Non solo. Gli Stati Uniti stanno provando a evitare che l'apparente manovra diplomatica di Xi riavvicini la Cina all'Europa. E lo stesso Xi non sembra volersi lasciare travolgere da un ruolo di mediatore che potrebbe portare più problemi che opportunità.

L'agenda diplomatica di Xi dimostra che il mondo vuole davvero credere che la Cina possa giocare un ruolo più attivo di mediazione. Si inizia domenica col presidente brasiliano Lula Ignacio da Silva, che si fermerà a Pechino dal 26 al 31 marzo accompagnato da una delegazione di 240 rappresentanti delle imprese, di cui 90 del settore agricolo. Il segretario per la promozione del commercio del Brasile, Daniel Fernandes, ha dichiarato che durante il viaggio saranno rappresentati tutti i ministeri del governo. Una delegazione così numerosa riflette di per sé il forte interesse del Brasile per l'espansione della cooperazione con la Cina.

Ma Lula ha annunciato anche che vuole costruire con Xi un "club della pace", lodando l'iniziativa diplomatica del presidente cinese. In una conerma che il Brasile è in rapporti sempre migliori con Pechino, così come l'intera America latina che sembra credere al modo in cui la Cina si presenta come "potenza responsabile" e "garante di stabilità". Nel giro di pochi giorni, l'Argentina ha avviato i negoziati per l'acquisto di jet militari cinesi, mentre l'Honduras ha deciso di rompere i rapporti diplomatici con Taiwan per avviare quelli con la Repubblica Popolare.

Ma è soprattutto l'Europa che dà segnali di apertura (e speranza) a Pechino. Le stesse istituzioni dell'Unione europea sottolineano che "per il momento la Cina non sta aiutando la Russia", come dichiarato dall'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio europeo. Un via libera alle missioni diplomatiche europee in Cina. Si parte giovedì 30 e venerdì 31 marzo con Pedro Sanchez. 

Il primo ministro spagnolo ha dichiarato che intende discutere il quadro di riferimento cinese per negoziare un accordo di pace tra Russia e Ucraina. Sánchez, parlando con i giornalisti durante una riunione dell'Unione Europea a Bruxelles, ha detto che intende "scoprire di persona" in cosa consiste il quadro di pace di Xi e trasmettere il messaggio che l'Ucraina deve creare le condizioni per i colloqui. "La cosa più importante è garantire una pace stabile e duratura", ha detto Sánchez. "E questo significa rispettare la Carta delle Nazioni Unite, l'integrità territoriale violata dalla Russia in Ucraina e le condizioni stabilite dagli ucraini per avviare il dialogo di pace".

Il primo ministro inizierà il suo viaggio giovedì prossimo, con incontri economici sull'isola cinese di Hainan, al Boao Forum for Asia, una conferenza modellata sul modello del World Economic Forum annuale di Davos, in Svizzera. Il giorno successivo si recherà a Pechino per incontrare Xi, il primo ministro Li Qiang e Zhao Leji, presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo.

Subito dopo dovrebbe arrivare a Pechino anche Emmanuel Macron. "Il fatto che la Cina si stia impegnando negli sforzi di pace è una buona cosa", ha detto il leader francese, sottolineando che la pace è possibile solo se "l'aggressione russa viene fermata, le truppe ritirate e la sovranità territoriale dell'Ucraina e del suo popolo viene rispettata". Dopo la burrasca interna sulle pensioni, Macron sembra dunque pronto a tornare sulla scena internazionale: "La Cina deve aiutarci a fare pressione sulla Russia affinché non usi mai armi chimiche o nucleari... e che cessi l'aggressione come precondizione per i colloqui", ha aggiunto.

Durante una sessione privata a Bruxelles, Macron ha esortato i suoi colleghi a raddoppiare gli sforzi per impedire alla Cina di approfondire il suo sostegno all'invasione russa. "Il presidente francese ha sottolineato la necessità di compiere il massimo sforzo per garantire che la Cina non sostenga la Russia e la sua capacità di andare avanti con la guerra", ha dichiarato un funzionario dell'Ue a Politico.

Usa all'angolo, ma Zelensky e Putin sono lontanissimi dal negoziato

Ma gli Stati Uniti non vedono in modo favorevole questo ripiegamento europeo che apre le porte a Pechino sperando in un ipotetico ruolo sull'Ucraina. Gli incontri di Xi a Mosca con Vladimir Putin hanno messo l'amministrazione Biden in una posizione scomoda: in disparte mentre i due avversari discutono una proposta di pace per l'Ucraina che gli Stati Uniti hanno ritenuto inaccettabile. I funzionari statunitensi hanno espresso pubblicamente un profondo scetticismo nei confronti dell'idea cinese, affermando che la richiesta di un cessate il fuoco premierebbe l'invasione di Mosca cementando le sue conquiste territoriali.

In privato, però, gli incontri e la proposta hanno provocato un senso di disagio all'interno dell'amministrazione, portando a sua volta a interrogarsi sull'approccio più ampio degli Stati Uniti nei confronti dei due paesi. Secondo quanto dichiarato da un funzionario dell'amministrazione a Bloomberg sotto richiesta di anonimato, gli Stati Uniti temono di essere messi all'angolo dalla proposta cinese. A prescindere dalle riserve degli Stati Uniti, rifiutarla del tutto potrebbe permettere alla Cina di sostenere, di fronte ad altre nazioni stanche della guerra e dei danni economici che sta causando, che Washington non è interessata alla pace.

Un bel dilemma. Ma intanto sono anche e soprattutto i due contendenti a non mostrarsi interessati al negoziato. Putin non è andato oltre a un generico placet sulla proposta altrettanto generica di Xi, mentre la telefonata tra il leader cinese e Zelensky non c'è ancora stata. L'Ucraina ammette che esistono "difficoltà" per organizzare la telefonata, ma che ci si sta ancora lavorando.

Il motivo delle difficoltà sarebbe la mancanza di una posizione chiara della Cina, ha dichiarato il consigliere di Zelensky. La sensazione è che si sta ancora cercando un accordo per quanto dovrà emergere dalla telefonata che rischia di imbarazzare Xi con Putin. Anche da Pechino nessuna informazione per ora su quello che sarebbe il primo colloquio tra il leader cinese e quello ucraino. 

Ancora una volta, è l'Europa a sperare che questo contatto ci sia: "Speriamo che la telefonata tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il presidente cinese Xi Jinping, avvenga il prima possibile. A questa mattina non mi risulta che la telefonata sia stata fatta e questo è cruciale. Anche perché la Cina ha presentato una proposta di pace in cui ci sono elementi che possono aiutare e altri meno. Ma il diavolo è nei dettagli e quindi sarebbe ben accetta una comunicazione diretta tra i due leader", ha dichiarato il premier olandese, Mark Rutte.

In tutto ciò, Xi attende e sente di essere riuscito a mettere qualche dubbio nel rapporto tra Europa e Stati Uniti con una manovra che non contiene principi concreti per la pace ma che potrebbe ispirare l'unica alternativa che potrebbe essere possibile al protrarsi a tempo indefinito della guerra.

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