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Ucraina: Zelensky, purghe tra gli 007. Putin arresta la reporter antiguerra
Zelensky (lapresse)

Le purghe di Zelensky: licenziati il capo dei servizi segreti e la procuratrice generale

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha licenziato due figure chiave nei suoi servizi di sicurezza. Con un decreto ha destituito il capo dei servizi segreti della Sbu, Ivan Bakanov. Secondo i decreti pubblicati dalla Presidenza di Kiev, anche la procuratrice generale Iryna Venediktova è stata destituita. Oleksij Simonenko prenderà il suo posto. Le ragioni non sono state fornite nei documenti. Inizialmente non è stato nominato un successore per la carica di capo dei servizi segreti. Bakanov (47) è un caro compagno di Zelensky dai suoi giorni come comico televisivo, è a capo dei servizi segreti dal 2019.

"Ho deciso di rimuovere il procuratore generale dal suo incarico e il capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina dalle sue funzioni. Ad oggi, ci sono 651 procedimenti penali contro dipendenti dell'ufficio del pubblico ministero e di altre forze dell'ordine per alto tradimento e collaborazione con i servizi russi", ha detto Zelensky. "In 198 procedimenti penali, le persone interessate sono state informate di essere accusate". "Questa serie di crimini contro le fondamenta della sicurezza nazionale del Paese e i collegamenti che sono stati scoperti tra i dipendenti delle agenzie di sicurezza dell'Ucraina e i servizi speciali della Russia sollevano questioni molto serie per i leader interessati", ha sottolineato il presidente ucraino.

Zelensky: "Ecco perché ho rimosso Bakanov e Venediktova"

In serata sono arrivate maggiori spiegazioni. Secondo quanto riporta l'agenzia ucraina Unian, l'ex capo del dipartimento principale della sicurezza (Sbu) è stato arrestato in Crimea dal'Ufficio investigativo statale. "Questa persona è stata licenziata da me all'inizio dell'invasione su vasta scala e, come si può vedere, tale decisione era assolutamente giustificata", ha dichiarato il presidente ucraino. "Sono state raccolte prove sufficienti per la notifica, a questa persona, di sospetto tradimento. Tutte le sue azioni criminali sono documentate. Tutto ciò che ha fatto in questi mesi e anche prima riceverà un'adeguata valutazione legale. Il presidente ha aggiunto che "saranno ritenuti responsabili anche tutti coloro che assieme a lui facevano parte di un gruppo criminale che ha lavorato nell'interesse della Federazione russa".

In Russia arrestata la giornalista contraria alla guerra

E' stata nuovamente arrestata, per essere rilasciata dopo poche ore, la giornalista russa Marina Ovsyannikova, nota per essere entrata a marzo nello studio televisivo durante il tg con un cartello di denuncia della guerra lanciata contro l'Ucraina dal presidente russo Vladimir Putin. Il nuovo arresto della giornalista, 44 anni, è arrivato a pochi giorni dalla sua manifestazione di protesta vicino alla sede del Cremlino, dove con in mano un cartello è tornata a criticare l'intervento della Russia in Ucraina e il presidente Putin. Due agenti l'hanno fermata mentre era in giro in bicicletta e l'hanno fatta salire su un furgone bianco.

E' stata la stessa Ovsyannikova a dare notizie di sé poco dopo, pubblicando immagini di lei con i suoi due cani sulla sua pagina Facebook. "Sono andata a fare una passeggiata con i miei cani, ma appena uscita dal cancello persone in uniforme si sono avvicinate a me", ha scritto su Facebook. "Ora sono seduta al ministero degli affari Interni di Krasnoselsky", riferendosi a una stazione di polizia in un distretto di Mosca. Tre ore dopo, Ovsyannikova ha detto di essere stata rilasciata. "Sono a casa. Va tutto bene", ha scritto sulla sua pagina Facebook. "Ma ora so che è sempre meglio portare una valigia e un passaporto se esci", ha aggiunto. 

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