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Esteri
Usa 2024, Corte Suprema Michigan respinge l'esclusione di Trump dal voto
Donald Trump

Elezioni Usa 2024, la Corte del Michigan non ritiene ineleggibile Trump

La Corte Suprema del Michigan ha respinto un tentativo di rimuovere Donald Trump dal voto delle primarie del prossimo anno nel cruciale swing state per il suo ruolo nell'assalto al Campidoglio del 2021. Gli oppositori dell'ex presidente repubblicano volevano che i giudici obbligassero i funzionari elettorali a determinare se gli sforzi di Trump per ribaltare la sua sconfitta nel 2020 e la rivolta a Washington dovessero renderlo ineleggibile per una nuova candidatura.

Ma l'Alta Corte ha dichiarato in una breve sentenza di "non essere persuasa che le questioni presentate debbano essere esaminate da questa corte" prima delle primarie presidenziali del 27 febbraio in Michigan. Si e' trattato dell'ultimo di una serie di tentativi di bloccare la presenza di Trump sulle schede elettorali delle primarie in diversi Stati, in base al 14 Emendamento, secondo il quale i funzionari che prestano giuramento a sostegno della Costituzione degli Stati Uniti sono banditi dalle cariche future se "si sono impegnati in un'insurrezione".

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Recentemente, la Corte Suprema del Colorado ha escluso Trump dalle primarie dello Stato per il suo ruolo nella rivolta del Campidoglio, che e' accusato di aver istigato. L'azione legale in Michigan e' stata presentata a settembre da Free Speech For People, un gruppo di difesa della democrazia che ha anche portato avanti, senza successo, una sfida al 14 Emendamento contro Trump in Minnesota e ha presentato una causa in Oregon. I tribunali del Michigan hanno respinto il caso per motivi procedurali all'inizio del processo, una decisione confermata in appello, il che significa che la questione se Trump abbia commesso un'insurrezione non è mai stata affrontata. 

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Il giudice Elizabeth Welch, uno dei quattro giudici di nomina democratica che compongono la giuria di sette membri, ha riconosciuto la decisione del Colorado, ma ha affermato che la legge elettorale di quello Stato differisce da quella del Michigan "in modo sostanziale" nel richiedere che i candidati siano "qualificati" per candidarsi. "I ricorrenti non hanno individuato alcuna disposizione analoga nella legge elettorale del Michigan che richieda a chi si candida alla carica di Presidente degli Stati Uniti di attestare la propria qualificazione legale a ricoprire la carica", ha scritto Welch.

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