Esteri
Tech war, Trump blocca i chip Huawei. E porta il colosso di Taiwan in Arizona

Doppio affondo degli Usa nella sfida con la Cina
L'amministrazione Trump ha annunciato una serie di misure per frenare la capacita' del gruppo cinese Huawei di sviluppare semiconduttori all'estero con tecnologia americana. "Questo annuncio blocca gli sforzi di Huawei per aggirare i controlli sulle esportazioni", ha affermato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti in un comunicato. Le autorita' americane stanno facendo tutto il possibile per limitare la presenza negli Stati Uniti del gigante cinese delle telecomunicazioni, che accusano di collaborare con le autorita' cinesi e quindi di presentare un forte rischio di spionaggio. Gli Usa stanno anche cercando di convincere i loro alleati a fare lo stesso, in particolare bandendo Huawei dal mercato delle apparecchiature 5G, ma con successo diversificato.
Questa nuova misura potrebbe mettere a dura prova le relazioni, gia' tese, tra Washington e Pechino. Le autorita' statunitensi affermano di essersi rese conto che Huawei e' riuscito ad aggirare le restrizioni imposte dal 2019. Huawei e 114 filiali sono state quindi inserite in una lista nera, che richiedeva una licenza per l'esportazione di prodotti americani. "Tuttavia, Huawei ha continuato a utilizzare programmi e tecnologie informatiche statunitensi per sviluppare semiconduttori, minando cosi' l'obiettivo di sicurezza nazionale e diplomatico della lista, ordinando la sua produzione all'estero in fonderie che utilizzano attrezzature statunitensi", afferma il ministero. "Dobbiamo cambiare le regole gestite da Huawei e HiSilicon (una consociata del gigante delle telecomunicazioni che produce semiconduttori) per evitare che la tecnologia americana venga utilizzata per attivita' dannose contrarie alla sicurezza nazionale e agli interessi di politica estera degli Stati Uniti", ha sottolineato il segretario al Commercio, Wilbur Ross. Il governo degli Stati Uniti concedera' 120 giorni, a partire da oggi, prima dell'applicazione delle nuove restrizioni. Le aziende straniere che utilizzano la tecnologia statunitense per la produzione di semiconduttori per Huawei o le sue consociate saranno ancora in grado di consegnare i semiconduttori gia' prodotti per i prossimi 4 mesi.
Guerra dei microchip, un punto per Trump. Il colosso taiwanese dei chip Tsmc spenderà 12 miliardi di dollari per costruire una fabbrica di semiconduttori negli Stati Uniti.
E nel frattempo Trump porta anche in casa la produzione del colosso di Taiwan, snodo geopolitico cruciale nella sfida tra le due superpotenze.
Taiwan Semiconductor Manufacturing Company è il più grande produttore al mondo di microchip a contratto e produce i microprocessori che presiedono al funzionamento di iPhone, laptop, console di gioco, server e infrastrutture Internet. La costruzione della fabbrica in Arizona inizierà nel 2021 con la produzione di chip a 5 nanometri, i più piccoli e veloci sul mercato, a partire dal 2024. Lo fa sapere Tsmc, che accoglie con favore la collaborazione con l'amministrazione Usa e con lo Stato dell'Arizona.
Il progetto darà lavoro a 1.600 addetti e a migliaia di altri lavoratori nell'indotto. Gli impianti sforneranno 20.000 microprocessori al mese. Il segretario di Stato Usa, Michael Pompeo, ha definito l'accordo Tsmc un "punto di svolta" per l'industria nazionale che aumenterà la sicurezza nazionale e la crescita dell'economia americana. "L'annuncio di Tsmc arriva in un momento critico, quando la Cina è in competizione per dominare la tecnologia all'avanguardia e controllare le industrie cruciali". L'impianto in Arizona sarà la saconda fabbrica di Tsmc negli Usa. Nel 2017 un'altra big taiwanese, Foxconn, ha annunciato piani per costruire un enorme impianto nel Wisconsin con Trump che apparve alla cerimonia inaugurale. Ma il progetto non è stato all'altezza delle aspettative con un sito più piccolo e meno posti di lavoro rispetto a quanto inizialmente annunciato.