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Usa, Fbi nella bufera: ha spiato illegalmente migliaia di cittadini americani
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Nuova bufera sull'Fbi: ha spiato illegalmente migliaia di cittadini

L’Fbi ha spiato illegalmente migliaia di persone, incluse vittime di reati, dai sospettati dell’assalto del 6 gennaio ai manifestanti di Black Lives Matter scesi per strada dopo la morte dell’afroamericano George Floyd. E’ quanto emerge da un documento giudiziario desecretato. Si parla di uso improprio del sistema digitale di sorveglianza per più di 278 mila volte. L’Fbi ha dichiarato di aver già risolto il problema e preso provvedimenti con il personale interno, ma il caso è destinato a scatenare nuove polemiche sull’integrità di una delle maggiori agenzie federali di investigazione. La Foreign Intelligence Surveillance Court, la corte federale che si occupa di rilasciare le autorizzazioni per lo spionaggio di cittadini e entità, e l’accesso ai loro dati digitali, aveva chiesto all’Fbi nell’aprile dell’anno scorso di intervenire per evitare l’uso improprio dei potenti sistemi di controllo sugli americani. 

Secondo il rapporto stilato dal giudice Rudolph Contreras, della corte federale, tra il 2020 e il 2021 ci sarebbero stati quasi 300 mila abusi. Mentre il presidente della commissione Giustizia della Camera, il Repubblicano Jim Jordan, sostiene che l’Fbi avesse preso di mira i conservatori, e lasciato fuori i Democratici, dal report emerge che a essere spiati erano stati tutti, da destra a sinistra. Nel giugno 2020 l’agenzia aveva cercato i dati digitali e le comunicazioni di 133 persone arrestate “in connessione con le proteste avvenute tra il 30 maggio e il 18 giugno 2020”, una finestra temporale segnata dalle manifestazioni di Black Lives Matter, legate alla morte di Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto a Minneapolis, Minnesota.

La ricerca, ha spiegato l’Fbi, venne condotta per capire se potevano esserci informazioni utili per il controterrorismo, come l’esistenza di gruppi di pressione straniera per alimentare gli scontri civili negli Stati Uniti. Nello stesso periodo, i federali avevano analizzato i dati di altre centinaia di persone. Più di ventimila richieste di accesso ai dati hanno riguardato persone sospettate di aver partecipato all’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando migliaia di sostenitori trumpiani avevano preso d’assalto gli edifici del Congresso americano, a Washington. Un altro file riguardava il controllo dei dati di 19 mila donatori alla campagna per le elezioni del Congresso. L’obiettivo, hanno spiegato funzionari dell’Fbi, era scoprire se potevano esserci casi di finanziatori stranieri. “Non vogliamo nascondere niente - ha commentato un funzionario dell’agenzia, citato dal Washington Post - ma questo tipo di inadempienza è inaccettabile”.

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