Usa, sconfitta storica dei democratici. La Camera e il Senato ai repubblicani - Affaritaliani.it

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Usa, sconfitta storica dei democratici. La Camera e il Senato ai repubblicani

Elezioni Usa, risultati clamorosi anche per il Congresso

Il Congresso Usa rimane in mano repubblicana, e di fronte alla vittoria di Donald Trump, garantirà al nuovo presidente una vita assai più tranquilla di quella che ha dovuto affrontare Obama negli ultimi anni, con entrambe le camere a maggioranza conservatore.

I sondaggi davano per certo che il Gop avrebbe mantenuto il controllo della Camera, mentre i democratici speravano - confortati dai sondaggi - di poter ribaltare la situazione al Senato e prendere il controllo. Ma non è successo: pur conquistando un seggio in più rispetto alla situazione precedente, i dem si fermano a 45 seggi, ben 5 sotto la maggioranza. Paul Ryan, speaker della Camera, ha detto a spoglio ancora in corso: "Sono seduto e guardo i risultati - ha detto dalla sua casa - e questa è davvero una bella notte per l'America. Incrociamo le dita". Ryan è stato rieletto al Congresso: ha conquistato il 68 per cento dei voti nel suo distretto in Wisconsin, Stato che può essere fondamentale anche nel decidere la presidenza.

Il nuovo Congresso affronterà la particolare situazione di avere un presidente dello stesso partito che da molti leader Gop è stato delegittimato e con cui il miliardario ha litigato più volte. Alla fine della campagna addirittura il miliardario ha smesso di partecipare alle raccolte fondi del partito. E non sono pochi i deputati e i leader del partito che hanno preso le distanze da lui. Il caso più esemplare: l'ex presidente George W. Bush che ha detto di aver votato scheda bianca pur di non votare per Trump. O il senatore John McCain.

La campagna di Trump è stata una lunga luna di miele con gli elettori, che oggi hanno confermato di dare fiducia alla sua persona al di là delle prese di posizioni reazionarie, populiste, quasi razziste e certamente sessiste, luna di miele che con il partito non è mai esistita, sin dalle primarie in cui ha sbaragliato tutti i candidati preferiti dai vertici. Ora inizia una nuova sfida: convivere e fare politica. In una situazione sulla carta ideale. Gli insulti e le prese di distanza sono ancora vicini, ma il potere può guarire tutto.