Usa: via 25 titoli cinesi dalle Borse, “Rischio sicurezza nazionale”. C'è anche il gigante Alibaba - Affaritaliani.it

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Usa: via 25 titoli cinesi dalle Borse, “Rischio sicurezza nazionale”. C'è anche il gigante Alibaba

I Repubblicani chiedono a Sec il delisting per 25 titoli: “Promuovono obiettivi strategici del Partito Comunista”

Esteri ​​​​​di Redazione

Usa: via 25 titoli cinesi dalle Borse, “Rischio sicurezza nazionale”. C'è anche il gigante Alibaba

A Washington due importanti parlamentari repubblicani, presidenti di commissioni del Congresso, hanno esortato la Securities and Exchange Commission a rimuovere dalle contrattazioni i titoli di 25 società cinesi, tra cui Alibaba, denunciando i legami con le forze armate di Pechino che mettono a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

I bersagli: Baidu, JD.com e Weibo

Come riferisce il Financial Times, John Moolenaar, presidente repubblicano della commissione Cina della Camera, e Rick Scott, che guida della commissione del Senato sugli anziani, hanno scritto al presidente della SEC, Paul Atkins, per chiedere interventi contro 25 gruppi cinesi quotati sulle borse americane. Fra i 'bersagli' anche il motore di ricerca Baidu, la piattaforma di vendita al dettaglio online JD.com e il popolare social media Weibo.

"Benficiano del capitale per scopi politici"

I due parlamentati lamentano come "queste entità beneficiano del capitale degli investitori americani, promuovendo al contempo gli obiettivi strategici del Partito Comunista Cinese, sostenendo la modernizzazione delle forze armate (cinesi) e gravi violazioni dei diritti umani", e rappresentando "un rischio inaccettabile per gli investitori americani". A giustificazione di queste accuse, si ricorda il programma di 'convergenza' varato da Pechino, la cosiddetta Military-Civil Fusion Strategy, che punta a combinare le politiche di sviluppo economico e sociale con le scelte di sicurezza per costruire un sistema strategico nazionale integrato.

"L'attività di controllo sui titoli cinesi sistematicamente nascosta"

Moolenaar e Scott hanno affermato che l'entità del controllo del PCC sulle aziende cinesi era "sistematicamente nascosta agli investitori statunitensi" e che la legge cinese creava "un rischio imprevedibile per gli investitori statunitensi che una maggiore trasparenza non può mitigare". Per i due parlamentari molte delle aziende citate nella loro lettera non erano "semplicemente opache", ma erano "attivamente integrate nell'apparato militare e di sorveglianza cinese". A marzo, 286 società cinesi erano quotate nelle borse statunitensi.

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