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Esteri
Venezuela. Juan Guaidò un eroe dei nostri tempi, contro dittatura e violenza
Foto: LaPresse

Il Venezuela, per la maggioranza degli italiani, è conosciuto principalmente per due aspetti: il primo le giovani venezuelane che annualmente vincono o si piazzano nei vari concorsi di bellezza e secondo la grande ricchezza di petrolio del Paese.

Ma in questo Paese del Sud America c’è tanto altro. Ad esempio sono residenti, già dagli anni 60 tanti italiani che ora rappresentano la Comunità economica più significativa del Paese. Si stima che 1/3 delle industrie legate al petrolio siano di proprietà totale o in comproprietà di nostri connazionali emigranti o,dei loro discendenti.130000 mila, probabilmente di più’ sono gli italiani e oltre 2 milioni portano nome di famiglie Made in Italy.

Per Juan Guaidò il Nobel per la Pace?

Il Paese, da qualche anno in mano a Nicolas Maduro, delfino di Ugo Chavez, è entrato in una crisi economica e politica senza precedenti e il chavismo si è trasformato in una pura e semplice dittatura. La fuga dei venezuelani dal Paese in preda a violenze e corruzione si è trasformata in un esodo biblico di oltre 4 milioni di disperati.

Sembrava uno Stato senza speranza, una specie di Cuba ugualmente sostenuta da Russia e Cina, fino a quando un giovane leader venezuelano, Juan Gerardo Antonio Guaidò Marquez nato a La Guaira nel 1983 ha deciso di guidare il popolo alla liberazione e a vere elezioni contro il dittatore Maduro.

Laureato in ingegneria, Guaidò da sempre è stato oppositore della politica di Ugo Chavez e leader in alcune manifestazioni come contro il rinnovamento della licenza alla rete televisiva RCTV e contro il referendum Costituzionale.

Il 23 gennaio ha giurato, dopo una manifestazione, come Presidente ad interim del Venezuela.

La Comunità internazionale ha compreso il coraggio e la forza del giovane leader e, praticamente da subito, lo ha riconosciuto. Ben 60 Paesi gli hanno dato il loro riconoscimento.

Sorprendentemente uno dei pochi Paesi che non lo ha riconosciuto è stata l’Italia. Questo grazie alle insensate dichiarazioni di un politico Alessandro Di Battista, allora in auge per la ‘ubriacatura italiana’ da grillismo presa dal paese, ora fortunatamente smaltita e dal peso nel Governo del M5S.

Ai tempi Di Battista, conosciuto dagli italiani per un buon curriculum da animatore dichiarava, ripreso dai giornali, alcuni dei quali in crisi etilica da grillismo come il Paese che ’ Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli “esportatori di democrazia e l’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini degli Stati Uniti”.

Per Juan Guaidò il Nobel per la Pace?

In pratica una dichiarazione a favore di un violento dittatore. Forte e meravigliata la risposta di Guaidò “Questo signore ignora cosa sta accadendo qui. Ma la sua ignoranza porta anche al disconoscimento della lotta di un popolo. Una lotta che oggi è riconosciuta da tutto il mondo, da 26 nazioni europee su 28, dai Paesi africani, in Oceania… Venisse qui a farsi un giro, a vedere qualche ospedale, o magari qualche città di frontiera, a Boa Vista, si facesse due chiacchiere con i parenti dei nostri prigionieri politici, dei nostri esiliati.In questi giorni – ha aggiunto – sto parlando con molti italiani. Mi tengo in contatto con Salvini, e frequento gli italo venezuelani. Il mio stupore nei confronti della posizione dell’Italia è anche il loro”.

Dopo giorni di tentennamenti il Governo italiano prese una posizione machiavellica sulla crisi economica, politica e sociale che da qualche settimana sta interessando il Venezuela. Il primo Governo di Conte a trazione grillina scriveva di «appoggiare il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti.Va inoltre garantita la sicurezza dei cittadini astenendosi da ogni forma di violenza». E questa è storia passata.

Nel frattempo, in cui l’Italia, non solo in Venezuela ma nel mondo si è distinta per poco o niente, ad eccezione dell’essere stati tra i primi a diffondere inconsapevolmente il Coronavirus, sono accaduti molti fatti nel paese sudamericano.

Camion di aiuti umanitari bloccati alla frontiera dalle milizie di Maduro, intimidazioni alla famiglia di Guaido’, accuse di tradimento e di evasione fiscale allo stesso Guaidò.

Messa in prigione di familiari e membri del team del presidente ad interim, boicottaggio delle compagnie aeree che lo hanno trasportato in due differenti tour internazionali. Tour ,senza scalo italiano, dove  il leader è stato nuovamente ‘incoronato’ e confermato presidente. Standing ovation  al Senato americano nel corso del discorso alla Nazione di Donald Trump.

 

Ed ancora minacce dirette di Maduro ‘ non so quando ma sono certo che porteremo Guaidò in prigione come traditore della Patria’ , e poi attacchi ai giornalisti andati a riceverlo all’aeroporto, blocchi di ingresso al Palazzo del governo da parte della polizia corrotta di Maduro.

E negli ultimi giorni spari sulla manifestazione di Guaidò e pure contro la sua macchina da parte sempre delle forze ‘speciali’ governative.

Tutto il mondo ha visto per la prima volta la foto di un giovane presidente in giacca e cravatta scavalcare a mano il cancello del Palazzo governativo per poter superare il blocco della polizia che non permetteva l’ingresso a lui e ai suoi parlamentari.

La risposta di Guaidò a tutta questa violenza è sempre stata la stessa ‘ non ci facciamo intimidire da niente e da nessuno perché è troppo grande il nostro obiettivo. Vogliamo portare  senza violenza la democrazia nel nostro Paese, prigioniero da troppi anni di corruzione e violenza’.

 

Tutto questo fa di Guaidò  un esempio di politico coraggioso, un nuovo eroe per la pace e la democrazia. Cavaliere senza macchia e senza paura dei giorni nostri che, per il suo coraggio e i suoi obiettivi di pace, meriterebbe davvero di ricevere il Nobel per la Pace.

Qualcuno, in terra svedese, prenderà sul serio questo appello?

 

 

 

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