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Istat, consumatori sempre più pessimisti: fiducia a picco, cresce la paura di perdere lavoro e risparmi
I dati Istat di novembre 2025 mostrano che la fiducia delle imprese sale a 96,1, mentre quella dei consumatori scende a 95, toccando il minimo da aprile 2025. Bene servizi, commercio e industria; in diminuzione le aspettative future delle famiglie

Istat, novembre in chiaroscuro: sale la fiducia delle imprese, cala per i consumatori. Pesa l'incertezza sul futuro
La fiducia delle imprese torna a crescere mentre quella dei consumatori registra un nuovo, significativo calo. È il quadro tracciato dall’Istat per il mese di novembre 2025: l’indice composito delle imprese sale da 94,4 a 96,1, raggiungendo il livello più alto da aprile 2024, mentre l’indice dei consumatori scende da 97,6 a 95, toccando il minimo da aprile 2025. Secondo l’Istituto, tra i consumatori emerge un diffuso deterioramento delle opinioni, particolarmente evidente sul fronte delle aspettative future. Il clima economico passa infatti da 99,3 a 96,5, il clima personale da 97 a 94,5 e il clima corrente da 100,2 a 98,6. Il calo più netto riguarda il clima futuro, che scivola da 94,1 a 90,2, segnalando un crescente pessimismo rispetto ai prossimi mesi.
Imprese in miglioramento, trainano servizi e commercio
La fotografia delle imprese, al contrario, è improntata al miglioramento. A novembre aumenta la fiducia nei servizi di mercato, da 95,1 a 97,7; nel commercio al dettaglio, da 105,2 a 107,3; nell’industria manifatturiera, da 88,4 a 89,6, valore più alto da giugno 2023. In lieve calo, invece, il settore delle costruzioni, dove l’indice passa da 103,2 a 102,6. Nel dettaglio, gli imprenditori segnalano un peggioramento dei livelli degli ordini, ma mantengono aspettative positive sull’occupazione. Nel comparto dei servizi migliora sia l’attività sia il livello degli ordini, mentre segnano una flessione le attese sugli ordinativi futuri. Nel commercio al dettaglio crescono i giudizi sulle vendite, ma peggiorano le aspettative e aumentano le scorte.
Consumatori più prudenti: pesa l’incertezza sul futuro
Per quanto riguarda le famiglie, la flessione di novembre riflette un clima di crescente cautela. L’Istat segnala un peggioramento delle attese sulla disoccupazione e delle valutazioni relative al risparmio, due indicatori chiave del sentiment. Nel settore manifatturiero, il modulo semestrale dell’Istat evidenzia infatti una dinamica degli investimenti in crescita sia nel 2025 che nel 2026: a trainare è soprattutto la necessità di adeguarsi allo sviluppo tecnologico, indicata dagli imprenditori come la principale motivazione.
