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ANBI, lancia l’allarme: instabilità meteo e mari troppo caldi aumentano il rischio idrogeologico in Italia
Gargano (ANBI): “Di anno in anno la crisi climatica consolida una situazione emergenziale, cui si deve rispondere con nuove infrastrutture ed innovazioni tecnologiche”

ANBI, l’Osservatorio sulle Risorse Idriche conferma la crisi climatica: precipitazioni intense, fusione rapida della neve e mari sempre più caldi
A due anni dalle devastanti alluvioni che colpirono la Romagna nel maggio 2023, l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche mette in guardia: la combinazione tra precipitazioni intense, fusione rapida della neve e mari sempre più caldi sta aggravando il rischio idrogeologico su larga parte del territorio italiano. L’allerta arriva dopo che nelle ultime 48 ore sono caduti oltre 100 mm di pioggia in alcune province del Nord, tra cui il Comasco e il Genovese.
“È il segnale di come l’Italia settentrionale torni a registrare un elevato rischio idrogeologico, causato da abbondanti cumulate pluviometriche che, unite ad una rapida fusione della neve in quota, si scaricano su alvei già saturi e non si è certo Cassandre, se si evidenzia che ciò accade a due anni dalle drammatiche alluvioni di Maggio in Romagna”, afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI.
Le temperature marine nel Mediterraneo, che in alcune aree registrano anomalie termiche superiori ai 3°C, alimentano il timore di nuovi eventi meteo estremi. A ridosso delle coste ioniche, le acque raggiungono già i 21°C, ben al di sopra della norma stagionale.
Nel Nord Italia, i grandi laghi sono pieni oltre la media: il Lago Maggiore è al 109,1% della capacità, il Garda al 96,4%, il Lario al 78,2%. Mentre in Piemonte e Lombardia si registrano piogge abbondanti e allarmi per rischio idraulico, il Sud Italia resta sostanzialmente a secco, con una disponibilità idrica in drastico calo.
“Per l’Italia Meridionale”, commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, “il solo auspicio possibile è che piogge primaverili possano attenuare quelle criticità, che fanno presagire un’altra estate caratterizzata da limitazioni nell’erogazione dell’acqua. Di anno in anno la crisi climatica consolida una situazione emergenziale, cui si deve rispondere aumentando la resilienza dei territori attraverso nuove infrastrutture ed innovazioni tecnologiche. In tre giorni di convegni al Macfrut di Rimini abbiamo dimostrato, ancora una volta, che le soluzioni ci sono”.
Situazioni critiche si registrano in Puglia, dove gli invasi della Capitanata sono pieni solo al 34%, e in Sardegna, dove in alcune aree la disponibilità è al di sotto del 20%. La Sicilia resta fanalino di coda: ad aprile, l’aumento d’acqua negli invasi è stato minimo, lasciando quasi invariato un deficit di oltre 325 milioni di metri cubi.
Il quadro tracciato dall’ANBI è quello di un’Italia a due velocità: da un lato, regioni settentrionali colpite da piogge intense e fiumi gonfi; dall’altro, un Mezzogiorno sempre più assetato, dove il rischio siccità incombe. Una situazione che impone risposte concrete e rapide, prima che le prossime ondate di maltempo o di calore traducano l’allerta in emergenza.