ANBI: tutela delle aree umide, l’ultima frontiera contro il cuneo salino - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:18

ANBI: tutela delle aree umide, l’ultima frontiera contro il cuneo salino

Vincenzi (ANBI): "La crisi climatica sta cambiando il territorio e le aree umide non sono solo straordinari ecosistemi, ma una barriera che va salvaguardata di fronte all’incedere del cuneo salino"

di Redazione

ANBI lancia in Toscana la sfida alla crisi climatica: le aree umide come barriera naturale contro il cuneo salino

Le aree umide diventano protagoniste della nuova sfida contro gli effetti della crisi climatica. Non solo ecosistemi di straordinaria biodiversità, ma vere e proprie barriere naturali contro l’avanzata del cuneo salino, un fenomeno che minaccia l’equilibrio ambientale e l’economia agricola dei territori costieri.

Ad annunciare una grande iniziativa nazionale dedicata al tema è Francesco Vincenzi, presidente di ANBI: “La crisi climatica sta cambiando il territorio e le aree umide non sono solo straordinari ecosistemi, ma una barriera che va salvaguardata di fronte all’incedere del cuneo salino. Per questo, ad inizio 2026, daremo vita a un’iniziativa nazionale per sensibilizzare su un tema di crescente attualità”.

La scelta del luogo non è casuale. La Toscana, da sempre terra d’avanguardia nella tutela del paesaggio e nella ricerca ambientale, ospiterà l’evento che accenderà i riflettori su un tema di urgenza nazionale.
“La progressiva salinizzazione dei territori è un dramma per l’economia agricola e per gli ecosistemi. La Toscana è la cornice ideale per richiamare l’attenzione mediatica e scientifica", aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di ANBI.

Nel Parco della Maremma si stanno già sviluppando sperimentazioni sui tratti fluviali dell’Ombrone, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le esigenze idrauliche e quelle ecologiche. La collaborazione nasce dal confronto tra l’Ente Parco e il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, che hanno concordato un approccio più sostenibile alla gestione della vegetazione ripariale. L’intesa prevede un tavolo tecnico per definire strategie e pratiche d’intervento innovative, come spiega Simone Rusci, presidente del Parco della Maremma: “L’obiettivo è di sperimentare nuove tecniche di taglio e di reimpianto, valutando gli effetti e gli impatti nel contesto climatico ed ecologico profondamente mutato”.

Anche Federico Vanni, presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, sottolinea l’importanza della collaborazione scientifica: “Vogliamo mettere a sistema le nostre competenze con quelle delle Università. L’inizio del lavoro con il Parco della Maremma rappresenta un passo importante per intervenire sui corsi d’acqua in sintonia con gli ecosistemi”. Il tavolo proporrà inoltre studi e valutazioni su fossi e canali del reticolo secondario, habitat essenziali per rettili e uccelli, e valuterà interventi compensativi per la ricostruzione ambientale.

Più a nord, nel Pistoiese, è entrata nel vivo la seconda fase degli interventi del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno nel Padule di Fucecchio, una delle aree umide più importanti del Centro Italia. Dopo la conclusione dei primi cantieri, che hanno riguardato il taglio della vegetazione e alcune sistemazioni idrauliche, il Consorzio ha ottenuto dalla Regione Toscana l’autorizzazione a proseguire anche nelle aree contigue. “I lavori sono partiti appena ricevuta l’autorizzazione. Ora dobbiamo procedere con la massima celerità in vista del periodo autunnale, che si preannuncia meteorologicamente incerto. L’ambiente deve essere preparato a mesi difficili", spiega Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio.