Osservatorio ANBI: estate senza fine e crisi idrica nel Mezzogiorno, in Puglia e Basilicata a rischio anche il servizio potabile - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:45

Osservatorio ANBI: estate senza fine e crisi idrica nel Mezzogiorno, in Puglia e Basilicata a rischio anche il servizio potabile

Vincenzi (ANBI): "Servono nuove infrastrutture per garantire sicurezza e resilienza. Non possiamo affrontare ogni anno le stesse emergenze"

di Redazione

Osservatorio ANBI: la prolungata siccità mette in crisi il Mezzogiorno. In Puglia e Basilicata emergenza idrica anche per l’acqua potabile

Estate senza fine e bacini in sofferenza: in Puglia e Basilicata criticità anche per l’acqua potabile. Vincenzi, Presidente di ANBI: “Servono nuove infrastrutture per garantire sicurezza e resilienza. Non possiamo affrontare ogni anno le stesse emergenze”. Un’estate che sembra non voler finire, temperature ben oltre le medie stagionali e precipitazioni insufficienti stanno mettendo in seria difficoltà il Mezzogiorno, dove la crisi idrica assume contorni sempre più preoccupanti. Secondo l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, in Puglia e Basilicata la scarsità d’acqua non riguarda più soltanto l’agricoltura, ma comincia a incidere anche sull’erogazione del servizio potabile, con riduzioni nelle forniture e sospensioni notturne programmate in diversi territori, in particolare nel Materano, nel Vulture Melfese e nell’Alto Bradano.

La situazione si inserisce in un quadro climatico anomalo: sulle regioni centro-meridionali e sulle isole maggiori persiste una coda d’estate, con picchi previsti fino a 24 gradi sulla costa orientale siciliana. Il Mediterraneo registra temperature marine superiori alla media stagionale di oltre 1,5°C, con punte fino a 25-26°C nelle aree meridionali del bacino. Questo squilibrio accresce la probabilità di eventi estremi: nel fine settimana è atteso un nuovo scontro tra correnti artiche e aria calda nordafricana, con rischi di violenti temporali autorigeneranti, fenomeni ormai noti sul territorio italiano.

Sono dati che dimostrano l’urgenza di realizzare nuove infrastrutture idrauliche per raccogliere e trasportare l’acqua, aumentando la resilienza dei territori ed evitando emergenze ricorrenti”, afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI. La Basilicata registra la peggiore situazione idrica mai osservata. Mancano oltre 24 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo scorso anno e i bacini contengono appena 86,43 milioni di metri cubi. La sola diga di Monte Cotugno, che potrebbe ospitarne 272, ne trattiene una quantità minima. Senza un cambiamento nelle condizioni meteorologiche, il mondo agricolo lucano teme nuove stagioni difficili.

Anche la Capitanata vive una fase critica: l’invaso di Occhito è vicino al volume morto, oltre il quale non sarà più possibile prelevare acqua se non per casi emergenziali. In Sicilia la situazione appare migliore rispetto al 2024 grazie alle piogge più abbondanti di ottobre, ma nei primi venti giorni del mese si è comunque registrata una riduzione di oltre 9 milioni di metri cubi nei bacini. La Sardegna, invece, trattiene soltanto il 37% dell’acqua potenzialmente invasabile, con deficit significativi in aree come la Nurra, l’Alto Cixerri e il bacino di Posada. Condizioni invece positive nell’Ogliastra e nell’Alto Taloro, dove gli invasi superano il 60% della capacità.

Secondo Vincenzi, la Sardegna rappresenta un esempio concreto della necessità di potenziare le infrastrutture per trasferire acqua tra territori con disponibilità diverse, una dotazione che nel resto d’Italia è ancora incompleta. Nel Lazio si conferma la crisi dei laghi dei Castelli Romani e si osservano flussi ridotti nel Tevere, che scorre a circa 79 mc/s contro i 100 mc/s medi. In Toscana, invece, le abbondanti piogge delle ultime settimane hanno innalzato significativamente i livelli dei fiumi, in particolare il Serchio, mentre anche Liguria e parte del Nord presentano indicatori positivi grazie alle recenti precipitazioni.

In Piemonte, però, ottobre ha segnato un forte deficit di piogge e una riduzione dell’indice SWE (Snow Water Equivalent), fondamentale per la formazione delle riserve idriche. Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, evidenzia la necessità di avviare il Piano Invasi Multifunzionali, per trattenere l’acqua nei periodi di abbondanza e garantire riserve nelle fasi di scarsità.

La fotografia fornita dall’Osservatorio ANBI conferma che la crisi idrica non può più essere considerata un episodio straordinario, ma un fenomeno strutturale. Senza un piano di interventi organico e sistemico, territori, agricoltura e comunità continueranno a oscillare tra emergenze di siccità e fenomeni alluvionali, in un quadro di crescente instabilità climatica.