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"Corpi celesti", il romanzo vincitore del Man Booker International Prize 2019

Arriva in Italia edito da Bompiani il romanzo rivelazione che nel 2019 ha vinto il Man Booker International Prize: "Corpi celesti".

Occorre spostarsi di parecchi chilometri e porsi nello stato d’animo predisposto ad accogliere culture molto diverse dalla nostra per leggere con piena consapevolezza Corpi celesti, il romanzo della scrittrice e accademica Jokha Alharthi recentemente pubblicato in Italia da Bompiani. Una storia di donne, uomini, usanze, generazioni a confronto, che apre a molti spunti di riflessione e dunque vale la pena di essere letto.

Mayya, Asma’ e Khawla sono tre sorelle con ben poco hanno in comune ad eccezione dell’origine e dei genitori. Mayya è la maggiore delle tre, quella con meno pretese e poche carte da giocarsi, eppure anche lei è in grado di innamorarsi; quando, però, il suo sentimento verrà stroncato a causa di un matrimonio obbligato con ‘Abdallah, figlio di un ricco mercante, il suo cuore diverrà di pietra e smetterà di provare per sempre delle vere emozioni. Neppure la nascita dei tre figli, l’ultimo dei quali con problemi di autismo, riuscirà a svegliarla del tutto dal suo torpore e dalla rassegnazione alla quale ormai si è arresa.

Asma’ è invece la ragazza dai mille talenti, amante dello studio, del sapere, delle lettere; nonostante ciò, nemmeno lei è in grado di opporsi al volere della famiglia: finirà pertanto per sposare un uomo che conosce appena, ma la sua vita sarà meno infelice rispetto a quella della sorella maggiore. Infine c’è Khawla, la più affascinante e determinata, decisa ad attendere con ostinazione il ritorno del suo amato emigrato in Canada ma ormai sparito da molti anni. Effettivamente, un giorno l’uomo tornerò a casa e la sposerà: soltanto allora i suoi sogni si frantumeranno contro il muro della cruda realtà.

Accanto a queste tre figure dominanti, troviamo un affresco di personaggi femminili e maschili che rappresentano generazioni diverse, personalità in forte contrasto e ceti sociali contrapposti, così da poter conoscere un paese, l’Oman, attraverso la sua gente. Emblematico è, ad esempio, il caso di London, la figlia di Mayya: a lei spetta il compito di ottenere quella libertà preclusa a sua madre, ma sarà proprio tale libertà a portarla nelle braccia dell’uomo sbagliato e a una sofferenza impossibile da superare. Zarifa, al contrario, è la serva e amante del mercante più ricco di ‘Awafi, eppure la sua intraprendenza le permetterà di vivere ben al di sopra di quanto l'origine e i mezzi potrebbero consentirle. Infine, c’è il pensiero ricorrente di ‘Abdallah, il marito di Mayya, che attraversa l’intera parabola della storia e costituisce un punto di raccordo tra le diverse realtà: ricchi e poveri, uomini e donne, passato e futuro, speranza e disillusione. Lui solo sa cosa significhi aver sposata una donna che si ama moltissimo, ma che non ricambia la propria passione, trascorrendo così le giornate nella speranza che qualcosa in lei prima o poi si accenda e accettando tutto pur di renderla felice (obiettivo alquanto impossibile).

Con uno stile fresco e intimista, che sbircia nell’interiorità di ogni personaggio attraverso capitoli brevi scritti dal loro punto di vista, Jokha Alharthi ci apre le porte di un mondo che la maggior parte di noi non conosce minimamente: alcuni aspetti ci appaiono lontani, quasi incomprensibili, come i rituali per le varie occasioni sociali, il ruolo marginale della donna, il patriarcato e la superstizione che serpeggia tra la popolazione; tuttavia, le emozioni umane più profonde sono le stesse che proviamo anche noi, così come i sogni e le aspirazioni, tanto da farci rendere conto, infine, di quanto relativa e fasulla sia la distanza tra i popoli.

Inserito nella collana Bompiani Book Club, Corpi celesti è stato insignito del prestigioso Man Booker International Prize nel 2019 e The Wall Street Journal lo ha definito “brillante e illuminante”. Diverso dalla classica narrativa che siamo ormai abituati a leggere, questo è un libro che consigliamo per allargare i propri orizzonti e confrontarsi con realtà alternative da cui possiamo imparare molto, anche solo come punto di partenza per una riflessione personale. 

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