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Libri & Editori
"L'ultimo Papa d'Occidente?" di Giulio Meotti sarà in libreria dal 7 maggio

Se a causa del lockdown è stato sinora disponibile soltanto sul sito della casa editrice www.liberilibri.it, giovedì 7 maggio arriva finalmente in tutte le librerie d’Italia il libro di Giulio Meotti L’ultimo Papa d’Occidente?, volume che avrebbe dovuto uscire ad aprile in concomitanza con la ricorrenza dei quindici anni dall’elezione al soglio pontificio di Joseph Ratzinger, avvenuta il 19 aprile 2005, e il compleanno del papa emerito, che il 16 aprile ha compiuto novantatré anni.

Meotti, giornalista di lungo corso del quotidiano Il Foglio, si è imbarcato nella difficile ma stimolante impresa di raccogliere e sintetizzare interviste, discorsi, lezioni, conferenze, libri di Joseph Ratzinger nell’arco di cinquant’anni, dai tempi in cui insegnava teologia a Tubinga e Ratisbona alla nomina a cardinale nel 1977, dall’elezione a papa con il nome di Benedetto XVI alla clamorosa rinuncia nel 2013, sino i giorni nostri.

Il più brillante teologo del suo tempo, un intelletto supremo, gentile e riservato, tradizionalista e amante della musica si discostava completamente dall’immagine carismatica e pop del predecessore Giovanni Paolo II. Il suo progetto principale, da pontefice, fu il recu­pero della cultura occidentale e di un concetto integrato di ragione, e si presentava – scrive il giornalista e saggista irlandese John Waters nell’Introduzione – come “un paradosso vivente. Era forse il lettore più intelligente del modernismo, uno che comprendeva l’impulso post-moderno meglio di molti dei suoi aderenti.” Benedetto XVI “si è rivelato come una voce totalmente nuova nella cultura moderna, parlando con chiarezza e profondità enormi dell’umanità in un mondo che cerca di vivere senza Cristo. Le sue parole taglienti come ghiaccio hanno penetrato i paradossi della realtà estraendone i se­greti, come un poeta. La posta in gioco era una preoccu­pazione molto laica: il meccanismo stesso di propulsione della specie umana.”

Ratzinger aveva previsto tutto: la cesura del Sessantotto, il collasso della sua Chiesa, il dominio del relativismo, l’addio dell’Europa al cattolicesimo che si compie senza lacrime né nostalgia, la forza e il fanatismo islamico, il neomarxismo della Chiesa del popolo, l’ecologismo dirompente, il mondo nuovo delle Nazioni Unite, l’eugenetica democratica, il paradosso di un Occidente che al massimo della propria potenza materiale raggiunge l’apice dell’insicurezza culturale, l’avvento di un’Europa post-europea. Da papa, la sua presenza era intollerabile, il suo genio una minaccia, le sue dimissioni sono state un sollievo per tanti. Risuona in questi scritti la voce di un radicale dissenso laico che si configura oggi come uno dei più alti nella storia del Novecento e oltre.

Benedetto XVI, scrive ancora Waters, “era la voce profetica dell’in­quietudine umana e di un futuro oscuro”, e rischia di essere anche l’“ultimo papa” di cui parlava Friedrich Nietzsche, almeno d’Occidente.

L'autore

Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. Ha scritto per testate internazionali come «The Wall Street Journal» e «The Jerusalem Post», collabora con il Gatestone Institute. È autore di numerosi libri, fra cui La fine dell’Europa (Premio Capri); La tomba di Dio; Notre Dame brucia; Israele. L’ultimo Stato europeo.

 

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