Labrisz, un’associazione per i diritti di donne lesbiche, bisessuali e trans, d’ora in poi dovrà applicare sui suoi libri un’etichetta, un disclaimer, che avverta il pubblico che le storie contenute all’interno “presentano comportamenti non in linea con i ruoli di genere tradizionali”. Così ha stabilito il governo guidato da Viktor Orban, dopo aver analizzato il caso de Il paese delle meraviglie è per tutti, una raccolta di fiabe inclusive per bambini, tra cui alcune a tema Lgbt+.
Il governo sostiene che mettere quell’avvertimento serve a proteggere i consumatori, poiché “il libro è venduto come una favola, così è chiamato e descritto nella copertina, ma nasconde il fatto che presenta comportamenti non in linea con i ruoli di genere tradizionali”.
Il volume di Labrisz parte dalle favole più famose, rielaborandole e inserendo personaggi rappresentativi di varie fragilità, con l’obiettivo di educare i bambini alle differenze, al loro rispetto e alla solidarietà. Tra le storie contenute ne Il paese delle meraviglie è per tutti c’è anche quella di una cerva che diventa un maschio, una su un principe che sposa un altro principe, e poi ancora altre che parlano di rom, disabili o persone dalla pelle nera.
La polemica sul libro di Labrisz era nata già lo scorso settembre, quando la vicepresidente del partito di estrema destra ne aveva strappata una copia in pubblico perché portatore di “propaganda omosessuale”, ottenendo l’appoggio di Orban.
L’associazione Labrisz, dal canto suo, ha già annunciato ricorso, dichiarando che citerà in giudizio il governo per “discriminazione e incostituzionalità”. Governo che da tempo porta avanti una esplicita campagna contro le differenze di genere, vietando il riconoscimento delle persone transgender e l’adozione per le coppie omosessuali. Secondo le associazioni Lgbt+ ungheresi, la situazione si è fatta sempre più discriminatoria soprattutto negli ultimi due anni.
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