Apple, Corte Ue gli dà ragione: non deve pagare i 13 mld di imposte arretrate
La Corte di giustizia Ue ha annullato la decisione dell’antitrust di Bruxelles che chiedeva a Apple di rimborsare all’Irlanda 13 miliardi di benefici fiscalli. Secondo la Commissione, Apple aveva ricondotto in Irlanda, per godere di un regime fiscale favorevole, l’insieme dei ricavi realizzati in Europa, Africa, Medio Oriente e India, grazie a un accordo con le autorità di Berlino. Per questo, Bruxelles aveva stabilito che avrebbe dovuto rimborsare circa 13 miliardi di imposte non pagate.
Apple non ha avuto un vantaggio economico secondo la Commissione
Il Tribunale generale della Ue con la sua sentenza di mercoledì ha quindi annullato la decisione della Commissione europea che aveva chiesto al colosso Usa americano di rimborsare l'Irlanda con 13 miliardi di euro di benefici fiscali ritenuti indebiti. L'esecutivo europeo aveva preso la decisione nel 2016 ritenendo che Apple avesse beneficiato di vantaggi fiscali tra il 2003 e il 2014: secondo la Commissione infatti, i vantaggi fiscali concessi dall'Irlanda a favore di Apple costituivano aiuti di Stato illegali e Bruxelles aveva dichiarato incompatibili tali aiuti con le regole relative al mercato interno. Con la sentenza odierna, il Tribunale annulla la decisione della Commissione perchè l'esecutivo Ue "non è riuscito a dimostrare che" ad Apple "sia stato concesso un vantaggio economico selettivo e, per estensione, un aiuto di Stato". "Il Tribunale ritiene che la Commissione abbia erroneamente concluso che le autorità fiscali irlandesi avevano concesso alle filiali di Apple, Apple Sales International (Asi) e AppleOperations Europe (Aoe), un vantaggio derivante dalla mancata assegnazione delle licenze di proprietà intellettuale del Gruppo Apple". La Commissione, secondo i giudici europei, "avrebbe dovuto dimostrare che tale reddito rappresentava il valore delle attività effettivamente svolte dalle stesse filiali irlandesi". La Corte "si rammarica per la natura incompleta e talvolta incoerente del tax ruling contestato", ma ritiene che "i difetti identificati dalla Commissione non sono, di per sé, sufficienti per dimostrare l'esistenza di un vantaggio ai sensi" delle norme sulla violazione della concorrenza nel mercato interno. La decisione dei giudici europei rappresenta un duro colpo nei confronti della vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza, che da anni persegue una politica molto aggressiva nei confronti delle multinazionali accusate di beneficiare di un trattamento fiscale ritenuto troppo favorevole nella Ue. La stessa Vestager finì nel mirino del presidente Usa, Donald Trump che la definì la "signora delle tasse" proprio a causa del caso Apple.
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