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Bruno Vespa, in un Tweet almeno tre gaffe. E Alcaraz diventa Alvarez
Il conduttore, in un empito di patriottismo, non ne azzecca una e su X scrive una serie di strafalcioni. E la rete non perdona

Bruno Vespa, in un Tweet almeno tre gaffe. La rete non perdona
Un meme su internet dice “fa ridere ma anche riflettere”. Ecco, questa frase banale si può applicare anche al tweet con cui Bruno Vespa ha voluto dire la sua sulla polemica che infuria contro Jannik Sinner, reo di aver deciso di non partecipare alla Coppa Davis (che ora non si chiama più così ma che volete, siamo nostalgici delle vecchie sigle come Coppa Uefa e Coppa Campioni).
Dunque rapidissimo riassunto: il campione di tennis italiano - con residenza a Montecarlo come quasi tutti gli sportivi che guadagnino più di un milione all’anno e chiamali scemi vista l’imposizione fiscale quasi nulla - annuncia che non parteciperà alla Coppa Davis (vedi sopra) e apriti cielo. L’Italia si spacca in due: chi dice che insomma sono un po’ cavoli suoi e chi, come Aldo Cazzullo, invece lo asfalta perché la gratitudine e baggianate varie. Saranno i primi, lo posso scrivere fin d’ora, a celebrare Sinner quando vincerà il prossimo torneo.
Perché un italiano dovrebbe tifare per Sinner? Parla tedesco (giusto, è la sua lingua madre), risiede a Montecarlo, si rifiuta di giocare per la nazionale. Onore ad Alvarez che gioca la coppa Davis con la sua Spagna.
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) October 22, 2025
Ma veniamo all’oggi: Bruno Vespa, un giornalista che sa come far parlare di sé, scrive un Tweet delirante in cui inanella una sequela di sciocchezze. In primis dice che Sinner parla tedesco. Falso, perché Jannik parla italiano. Ha un po’ l’accento trentino, nessuno lo nega. Ma da quando l’inflessione è un problema? Qualcuno direbbe che Antonio Tajani non parla italiano solo perché ha l’accento romano? Ecco, appunto. Poi la meraviglia: si rifiuta di giocare per la Nazionale.
Detto di uno che ha vinto due Davis (aridaje) consecutive… pare ingeneroso. Ma si sa che da quelle parti la memoria è corta. Infine il colpo da maestro: Carlos Alcaraz, attuale numero uno al mondo, diventa Alvarez. Che sia un nostalgico di quell’Alvarez fantasista di una delle Inter più scarse di sempre? Oppure un astuto riferimento a Julion Alvarez, cantante messicano specializzato in musica regionale?
O, ancora, un dotto rimando alla poetessa Julia Alvarez, le cui opere esplorano temi legati all’identità e all’immigrazione? Senza dimenticare, tra una boutade e l’altra, che Alcaraz ha giocato meno partite in Coppa Davis di Sinner. E niente, non serve infierire ulteriormente. Anche perché la rete - basta fare un giro per vederlo - non ha perdonato.