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MediaTech
Google, la trasparenza ti fa ricca: obiettivo 650 dollari

Dimmi come guadagni e ti dirò quanto valgono le tue azioni. Con tutta probabilità di più di quanto prezzano in questo momento. È l'idea alla base di un report di Morgan Stanley, secondo il quale le azioni potrebbero guadagnare un centinaio di euro (circa il 20% del valore attuale) se solo Google rivelasse qualcosa in più sulla struttura dei suoi ricavi.

La trasparenza, scrive l'analista Brian Nowak, potrebbe portare le azioni ben oltre i 540 dollari attuali. Il documento si intotola infatti "The Pathway to $650", cioè “Il sentiero verso i 650 dollari”. Quello di Morgan Stanley pare essere più una lettera aperta che un report. Lettera indirzzata Ruth Porat, nuovo cfo di Google dopo una carrierara proprio in Morgan Stanley. Insomma, un consiglio a una persona di casa.

Google, come e più di altre tech company, è molto reticente sull'origine dei propri ricavi. Non ci sono distinzioni per Paese. Né tantomeno dettagli sui prodotti e le controllate. L'unico dato noto è un aggregato gigantesco: 60 miliardi di dollari di fatturato annuo. Ma da dove dove sono arrivati questi miliardi? Quanto pesa YouTube e quanto Gmail? Quanto il mobile e quanto il desktopo? Non è dato sapere.

Morgan Stanley afferma che, per percorrere “il sentiero del 650 dollari” non occorre rivelare ogni dettaglio. Basterebbe aprire uno spiraglio, come già hanno fatto Facebook o Amazon: una migliore conoscenza dei ricavi consentirebbe agli investitori una valutazione più precisa del valore di mercato. Che, nel caso di Google, vuol dire crescere.

“Una maggiore trasparenza su mobile e YouTube – scrive Novak – permetterebbe di valutare la performance sul medio-lungo periodo. Il risultato sarebbe una valutazione maggiore”. Anche perché Google potrà avere anche decine di segreti, ma non ha certo da vergognarsi dei suoi colossali incassi. Morgan Stanley, ad esempio, stima che YouTube fatturerà nel 2015 più di 6 miliardi di dollari. E che Big G sia il gruppo con i maggiori ricavi da mobile (gli analisti ipotizzano il 50% in più rispetto a Facebook). Ma non ci sono certezze. Se Brin, Page e Porat decidessero di confermare queste cifre, l'effetto sull'andamento delle azioni non potrebbe che essere positivo.

@paolofiore  

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