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Israele, licenziato per una domanda scomoda alla Commissione Ue. L’Ordine dei giornalisti: "Subito il reintegro"
Gabriele Nunziati, collaboratore da Bruxelles dell'Agenzia Nova, è stato allontanato dalla testata dopo aver chiesto se Israele dovesse ripagare la ricostruzione di Gaza

Israele, giornalista licenziato per aver posto una domanda "scomoda". Il caso
Gabriele Nunziati, collaboratore da Bruxelles dell’Agenzia Nova, è stato allontanato dalla testata dopo una domanda posta durante una conferenza stampa della Commissione europea. Il giornalista aveva chiesto alla portavoce Paola Pinho se, come la Russia in Ucraina, anche Israele a Gaza dovesse farsi carico della ricostruzione. "La sua è una domanda molto interessante alla quale però in questa fase non vorrei rispondere", ha replicato la portavoce.
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Gabriele Nunziati è un cronista basato a Bruxelles
— Marco Bresolin (@marcobreso) November 4, 2025
Ha posto una domanda alla Commissione, che la portavoce ha definito "interessante"
Ma l'agenzia per la quale lavora (Nova) l'ha considerata "tecnicamente sbagliata" e ha interrotto il rapporto di lavoropic.twitter.com/iOB9mMh09k
La decisione dell’agenzia di interrompere la collaborazione con Nunziati ha suscitato ampia solidarietà nel mondo dell’informazione. In una nota ufficiale, il Consiglio nazionale dell’Ordine ha ricordato che "non si può essere di fatto licenziati per aver posto una domanda" e ha chiesto che il giornalista sia reintegrato "in tempi brevi e a pieno titolo nel suo ruolo".
Anche la Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi) ha espresso pieno sostegno, definendo "inaccettabile che una domanda, per quanto scomoda, possa costare il posto di lavoro" e offrendo assistenza al collega. L’Associazione Stampa Romana ha parlato invece di "un episodio gravissimo di lesione dell’autonomia professionale", sottolineando la necessità di maggiori tutele per i collaboratori, "i più esposti a pressioni e ingerenze".
Contattato da Affaritaliani, il proprietario di Agenzia Nova ha dichiarato di "non avere nulla da commentare", dopo la diffusione della nota ufficiale. Il 27 ottobre, due settimane dopo l’episodio, Nunziati ha ricevuto una lettera che sanciva la cessazione del rapporto di collaborazione. In un’intervista a Fanpage, il giornalista ha raccontato di aver ricevuto nei giorni successivi diverse telefonate dai suoi superiori, con toni "abbastanza tesi". Intanto il video della sua domanda circolava ampiamente online, diventando virale tra chi lo interpretava come una dimostrazione della diversa sensibilità dell’Ue nei confronti dei conflitti in Ucraina e a Gaza.
In un comunicato inviato a Fanpage, Agenzia Nova non ha smentito la decisione ma ha spiegato che la domanda di Nunziati fosse "tecnicamente sbagliata", poiché la Russia ha invaso un Paese mentre Israele "ha subito un’aggressione armata" (in riferimento all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023). L’agenzia ha inoltre sottolineato che il video della domanda era stato rilanciato da "canali Telegram nazionalisti russi e media legati all’Islam politico", creando "imbarazzo" per la testata. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha ribadito la richiesta di reintegro, riaffermando che "non si può essere di fatto licenziati per aver posto una domanda".
