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Covid, da Travaglio a Sallusti: per una volta tutti d'accordo contro l'inchiesta

Da Sallusti a Travaglio, passando per Feltri e Cerasa. Gli editorialisti italiani contro l'inchiesta di Bergamo

Da Travaglio a Sallusti, da Feltri a Cerasa. Serviva l’inchiesta di Bergamo sul Covid per mettere d’accordo, per una volta, i grandi editorialisti italiani. Infatti, queste prestigiose firme si scontrano quotidianamente proprio sul tema della giustizia, dall'inchiesta su Berlusconi alle accuse che hanno riguardato l'ex premier Renzi. Ma questa volta non è così.

“I maxi processi che finiscono con mini condanne seminano soltanto altri dolori e altre frustrazioni”, scrive Marco Travaglio nell’editoriale di oggi, venerdì 3 marzo, sul Fatto Quotidiano. “I processi devono fotografare la situazione al momento dei fatti”, “altrimenti diventano boomerang, non tanto per i magistrati (dei quali ci importa poco), ma per le vittime (delle quali ci importa molto”.

“Non mi sembra ci siano gli estremi per un maxi processo stile Norimberga”, scrive Alessandro Sallusti su Libero riguardo l’inchiesta sul Covid che vede indagati per il reato di diffusione colposa dell’epidemia in Val Seriana l’ex premier Giuseppe Conte, il governatore lombardo Attilio Fontana, l’ex ministro Roberto Speranza e l’ex assessore Giulio Gallera. “Questo sarà un processo certamente in nome del popolo, ma innanzitutto nel nome del senno del poi”, aggiunge il direttore del quotidiano milanese.

“Ricordo i mesi dell’esplosione del Covid, dove chiunque avesse o si attribuisse voce in capitolo diceva bianco un giorno e nero il giorno dopo, perché non ci si capiva niente”, commenta il direttore dell’HuffPost Mattia Feltri nello suo spazio “Buongiorno” sul quotidiano La Stampa.  “Ognuno ha sbagliato in buonissima fede, nel disperato tentativo di tenere a galla la barca su cui tutti eravamo”, prosegue Feltri. “E intanto, il procuratore (di Bergamo, ndr), in un’intervista a Repubblica, ma spero rettifichi, ha detto che il processo sarà effettivamente un po’ vaporoso”, continua.

Infine, anche il direttore del Foglio Claudio Cerasa commenta l’inchiesta di Bergamo chiedendosi: “È lecito oppure no trasformare in reati gli eventuali errori di una classe politica? Ed è lecito oppure no che la magistratura possa uscire fuori dal suo recinto occupandosi non solo di presunte violazioni del codice penale ma anche di possibili violazioni del codice morale? Ed è lecito oppure no che la magistratura faccia quello che ha scelto di fare anche a Bergamo, mettendo l’azione penale al servizio della ricerca non di un eventuale reato ma della Verità, con la “v” molto maiuscola?”.

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