No all’abolizione delle postazioni personali e al passaggio alle “docking station”. L’assemblea dei giornalisti di Repubblica lunedì sera ha approvato una mozione che rimanda al mittente il piano di riorganizzazione presentato, a sorpresa, dal direttore Maurizio Molinari e dall’azienda la scorsa settimana. Il piano prevede il rispetto del “distanziamento” anti Covid delle postazioni di lavoro, quindi più spazio fra una postazione e l’altra ma anche la spersonalizzazione delle scrivanie, che verrebbero trasformate il docking station, consentendo il collegamento a chiunque sia un possesso di un computer collegato al sistema editoriale di Repubblica. Al piano ha lavorato anche il vicedirettore Carlo Bonini, che ha partecipato all’assemblea.
Secondo il direttore Molinari questa soluzione permetterebbe di superare la situazione attuale, in cui molti giornalisti lavorano da mesi in remoto dalla redazione. La nuova organizzazione permetterebbe il lavoro in redazione di 178 giornalisti, alcune decine in meno dell’attuale organico della redazione romana. Direzione e azienda hanno annunciato il piano senza aspettare l’elezione del nuovo Cdr di Repubblica, in programma nei prossimi giorni. Questa forzatura ha, probabilmente, creato malumori e preoccupazIoni in redazione. in un secondo tempo il direttore ha accettato di discuterne con il nuovo, eligendo, organismo sindacale. Ma non è bastato , per il momento, a placare gli animi.
“L’Assemblea dei giornalisti di Repubblica chiede che il progetto di riorganizzazione del layout redazionale annunciato dall’azienda e dalla direzione venga tassativamente subordinato, come da contratto, al parere e alle proposte formulate da un cdr nella pienezza delle sue funzioni. La redazione dà mandato al Cdr prossimamente eletto di ribadire che non accetterà una soluzione che preveda la soppressione delle singole postazioni dei giornalisti, neppure solo in via temporanea, e chiede all’azienda di prendere concretamente in esame ogni altra soluzione che possa garantire la tutela della salute in uno con la necessità di consentire al maggior numero di colleghi possibile la presenza in redazione nella massima sicurezza. Invitando infine l’azienda a predisporre con urgenza il relativo protocollo, come previsto dalla normativa nazionale”.
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