Vittorio Sgarbi, la compagna Sabrina Colle risponde alle accuse di Evelina a Dentro la Notizia: "Io megera? Basta calunnie" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:13

Vittorio Sgarbi, la compagna Sabrina Colle risponde alle accuse di Evelina a Dentro la Notizia: "Io megera? Basta calunnie"

"Non sono la subdola approfittatrice che vuole negare la spartizione di un bottino peraltro inesistente", afferma la fidanzata dell'ex sottosegretario alla cultura

di Matteo Posci

Sabrina Colle, ospite di Dentro la Notizia, ha letto una lunga lettera indirizzata a Patrizia Groppelli in cui risponde alle accuse di Evelina, figlia del compagno Vittorio Sgarbi

Sabrina Colle, compagna di Vittorio Sgarbi, ha rotto il silenzio in una lettera all'opinionista Patrizia Groppelli che ha letto in diretta nella puntata di ieri di Dentro la Notizia, talk pomeridiano condotto su Canale 5 da Gianluigi Nuzzi. La fidanzata dell'ex sottosegretario risponde direttamente alla figlia del compagno, Evelina, che ha chiesto la nomina di un amministratore di sostegno per il padre e sembra non avere una buona opinione della Colle.

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"Cara Patrizia, è la ‘megera’ che scrive. La perfida sfruttatrice di chissà cosa e chissà chi, la stratega diabolica che vuole fare terra bruciata intorno perché solo lei possa governare la situazione a suo piacimento", inzia così la lettera della Colle.

L'attrice e modella, che intratteniene con Vittorio Sgarbi una relazione aperta dal 1998, ci tiene subito a chiarire che non è "la subdola approfittatrice che vuole negare agli altri la spartizione di un bottino peraltro inesistente, che lo si sappia una volta per tutte invece di fantasticare a sproposito".

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Pur "disdegnando di alimentare in ogni modo il per nulla sacro fuoco del gossip", ad affibilarle questa cattiva nomea sarebbero "anime piuttosto disperate, non solo quelle che a gettone si esibiscono in favore di platea, anche altre, qualcuna perfino vicina, che tutto sommato non deve pensarla troppo diversamente". Sabrina Colle quindi userà "la tutela sacrosanta della legge a partire dal ricorso alla diffida".

Nella lettera sottolinea che come "a suo tempo feci con mia madre e mio padre quando giunsero in prossimità dell’ultimo loro percorso", ha deciso "di dedicare totalmente l’esistenza al recupero di Vittorio" in quanto è convita "che amare davvero qualcuno voglia dire essere disposti anche a dedizioni totali di questo genere, di quelle che annullano completamente la dimensione sociale della propria esistenza".

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"Se ho fatto una certa scelta è anche nella piena consapevolezza che nessuna altra persona a questo mondo, nessuna, sarebbe stata in grado di dedicarsi totalmente ad assistere Vittorio in tutte le necessità anche più elementari,  - aggiunge - dall’alimentazione alla sollecitazione psicologica, dal movimento alla pulizia personale, in un modo anche lontanamente paragonabile a quello che sto facendo io".

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"Nulla in cambio pretendo, meno che mai economicamente - conclude – visto che la dedizione è stata totale anche da quel punto di vista, sono io che sto sostenendo nel delicato momento, io, altrimenti non so dove si finirebbe. Ma che da qui si debba passare pubblicamente come la ‘megera’ di cui sopra è qualcosa che mi dà l’idea di dove possa arrivare l’infamia del genere umano. Poco male, mi accontenterò della solidarietà di chi umanamente spregevole non è".

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