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Medicina
29 Ottobre: la giornata mondiale contro l’ictus cerebrale

La pandemia ha toccato in maniera molto critica tutto il normale processo di cure delle altre patologie che purtroppo non sono scomparse.   

Il prossimo 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale, che quest’anno è dedicata ad evidenziare gli aspetti trattabili dell’ictus - dalla sua curabilità alla prevenzione, dall’importanza degli stili di vita corretti al riconoscimento precoce dei sintomi, alla necessità di pari opportunità nell’accesso alle cure – sottolineando come la riabilitazione sia un passo fondamentale di questo processo. 

Ne abbiamo parlato con il prof Francesco Setacci, Direttore  dell’U.O complessa  di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS di Milano e chirurgo vascolare presso la clinica di medicina e chirurgia estetica Juneco con sedi a Milano City Life e Roma Est. 

L'ictus cerebrale è una malattia grave invalidante, che ogni anno nel mondo colpisce tra 15 milioni di persone e rappresenta la terza causa di morte, la prima di invalidità e la seconda di demenza. 

Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria da Coronavirus si sono registrati in Italia e nel mondo meno accessi in ospedale per problemi cardiocircolatori. Dall’inizio della pandemia di Coronavirus, in tutto il nostro Paese, si è registrato questo calo significativo del numero degli accessi in ospedale per sintomi cardiocircolatori. La riduzione degli accessi in ospedale per problemi cardiovascolari non va interpretata come una diminuzione dell’incidenza della malattia, quanto piuttosto interpretata alla luce della paura del contagio da coronavirus, con conseguenze purtroppo molto negative proprio a danno della sopravvivenza delle persone.

L'ictus che ha origini dal latino e significa “colpo” si verifica quando uno scarso afflusso sanguigno al cervello provoca la morte delle cellule.

Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico (ischemia cerebrale), dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento o emorragia cerebrale, l'uno può anche seguire l'altro; entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare adeguatamente.

In Italia sono circa 150mila i soggetti colpiti e quelli che sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione.  Ogni anno un medico di famiglia assiste dai 4 ai 7 pazienti colpiti da ictus e deve seguirne almeno 20 sopravvissuti. L'incidenza dell'ictus è di 13 casi per 1.000 abitanti 65-84enni l'anno. La prevalenza in Italia nella popolazione 65-84enne è pari a 7,4% negli uomini e 5,9% nelle donne. La spesa annuale per l'assistenza all'ictus cerebrale in Italia è stimata intorno ai 3,5 miliardi di euro.

'Per questa ragione, non si devono sottovalutare i sintomi, che in tempi non sospetti facevano correre al Pronto Soccorso, anche a rischio di sovraffollamento, perché questi non passano da soli- spiega il prof Francesco Setacci Direttore  dell’U.O complessa  di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS e chirurgo vascolare presso la clinica di medicina e chirurgia estetica Juneco - non bisogna mai, sottostimare tutti i sintomi che in  condizioni non pandemiche metterebbero in allarme. Infine si sappia che le attività ambulatoriali sono garantite, quindi attualmente le diagnosi vengono fatte tempestivamente. Gli interventi chirurgici con rischio imminente di vita al momento vengono garantiti, piuttosto si tende a procrastinare le patologie differibili. E questo è il vero elemento che richiederà una seria riflessione sulle conseguenze che questo determinerà nel medio periodo.' 

Il sistema cardio circolatorio è un sistema complesso.  Il fulcro di questo articolato apparato è il muscolo cardiaco, che "pompa" il sangue che, a sua volta, trasporta le sostanze necessarie al nutrimento e quindi al funzionamento di tutto l'organismo. Questa macchina così importante con l’avanzare dell’età,  può "incepparsi" a causa di un black out della pompa centrale oppure a causa di un malfunzionamento dei vasi sanguigni, oppure a causa della fragilità di un'arteria o un suo irrigidimento e la conseguente incapacità di assorbire l'aumento della pressione sanguigna. Sono proprio questi i casi che possono determinare una disfunzionalità  del sistema cardio circolatorio.

Quali sono le principali malattie del sistema cardio circolatorio? Come riconoscerle? Come diagnosticarle? E quali sono le cure di base? 

 'Le principali malattie del sistema cardio circolatorio- spiega il prof. Setacci-  sono la malattia cerebrovascolare (carotidopatie extracraniche), aneurismi dell’aorta, arteriopatia obliterante cronica degli arti inferiori, e l’insufficienza venosa cronica'.

 'Per ictus si intende la rapida perdita della funzione cerebrale dovuta al minor apporto di sangue al cervello. Si tratta di una delle principali cause di morte nel mondo e la prima causa di disabilità nel mondo occidentale. L’aterosclerosi delle grandi arterie- prosegue il prof. Francesco Setacci-  è la causa principale di tutti gli ictus ed è a partenza dalla placca carotidea'.

Quali sono i sintomi?

'I sintomi sono puramente neurologici e caratterizzati da deficit sensitivo-motori a carico di un emisoma (faccia, arto superiore ed inferiore da un lato solo), disturbi dell’eloquio, difficoltà visive come la diplopia (vedere doppio). La prima valutazione per capire la gravità del restringimento (stenosi) alla carotide- prosegue il prof Setacci- viene effettuata mediante Ecocolordoppler, strumento che permette una precisa e affidabile diagnosi. Non è detto però che una stenosi carotidea anche importante possa generare dei sintomi neurologici, anzi nell’80% dei casi la patologia decorre in maniera silente ed il primo sintomo potrebbe dare luogo ad una grave complicanza neurologica'.

E quali i trattamenti e le terapie?

'La terapia medica per questo tipo di patologia è sostanzialmente caratterizzata dal controllo dei fattori di rischio modificabili (fumo di sigaretta, dieta…) e dalla terapia con antiaggreganti piastrinici e statine. L’indicazione ad intervenire è ben codificata dalle linee guida ovvero per stenosi di entità superiore al 70% nei pazienti asintomatici e per stenosi superiori al 50% in pazienti sintomatici con placche molli non calcifiche    definite all’Ecocolordoppler.  Quando viene stabilita una indicazione chirurgica ci sono due possibilità: la chirurgia tradizionale e la chirurgia endovascolare. La chirurgia tradizionale che prevede una incisione laterale al collo ha come scopo la rimozione fisica della placca aprendo la carotide mentre la chirurgia endovascolare non prevede incisioni chirurgiche. Si posiziona uno stent, da accessi periferici (femorali, al fine di imbrigliare e mettere a parete la placca. Entrambe queste tecniche presentano comprovata efficacia ma hanno precise indicazioni.'

Da indagini condotte recentemente da A.L.I.Ce. Italia con la collaborazione del CENSIS su un campione nazionale di oltre 500 pazienti colpiti da un ictus medio-grave, è risultato che circa il 25% di essi non riceveva alcun trattamento riabilitativo.

L’importantissima fase riabilitativa  dovrebbe iniziare fin dalla fase di ricovero in ospedale e poi proseguire senza interruzioni e senza rigide limitazioni temporali nelle strutture ospedaliere a specializzazione riabilitativa e nei distretti sanitari seguendo percorso qualitativamente controllati.  Per questa ragione è fondamentale che le persone, in questo complesso momento, oltre a mantenere comportamenti corretti per evitare il contagio, continuino a fare attenzione ai sintomi cardiocircolatori e, quando presenti, accedano senza esitazione e paura all’ospedale, per una diagnosi precoce e perché l' accesso tempestivo alle cure è un aspetto fondamentale per la salute, nel pieno rispetto delle linee guida.

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