Medicina
Cos’è l’arteriosclerosi: come riconoscerla e trattarla

L’arteriosclerosi viene definita come una delle principali cause delle più diffuse malattie cardiovascolari ed è anche, a sua volta, una condizione patologica, cronica e progressiva, dei vasi sanguigni. Più precisamente è una condizione delle arterie e si manifesta spesso in età adulta o avanzata. Secondo la più comune definizione, questa patologia è caratterizzata dall’ispessimento delle arterie dovuto alla formazione di depositi di sostanze grasse o colesterolo, con la conseguente perdita di elasticità e una diminuzione del flusso sanguigno, che fatica a raggiungere le aree del corpo interessate dall’arteria malata.
Spesso i termini medici arteriosclerosi e aterosclerosi sono utilizzati come sinonimi, ma mentre il primo termine racchiude tutte le forme di indurimento, ispessimento e perdita di elasticità della parete arteriosa, il secondo indica solo uno dei tre tipi. Con il termine aterosclerosi si fa riferimento, infatti, precisamente al restringimento causato dall’accumulo di materiale lipidico. A questa tipologia vanno poi aggiunte l’arteriolosclerosi e la sclerosi calcifica di Mönckeberg.
Cause dell’arteriosclerosi
Molti sono i fattori di rischio che possono determinare un ispessimento delle arterie o la formazione di placche arteriosclerotiche che possono gradualmente restringere le arterie e limitare il flusso sanguigno. Seppure sia una malattia più associata all’invecchiamento, alcuni fattori quali livelli elevati di colesterolo nel sangue, l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta o il diabete mellito possono favorirne la comparsa anche in età giovanile. Altri fattori che possono contribuire ad aumentare il rischio di arteriosclerosi sono poi un’alimentazione ricca di grassi, un consumo eccessivo di alcolici, l’insufficiente attività fisica e una situazione di sovrappeso.
Arteriosclerosi: sintomi e conseguenze
Nella maggior parte dei casi l’arteriosclerosi risulta essere asintomatica o con sintomi che difficilmente sono riconducibili fin da subito a questa malattia in maniera specifica. In molte occorrenze può essere scoperta solo durante controlli medici di routine, in maniera preventiva, o solo in seguito a complicanze ben più gravi. A volte però alcuni la comparsa di alcuni sintomi può indurre il paziente a sottoporsi a controlli in grado di rendere nota la condizione patologica. Tali sintomi sono, in linea di massima:
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dolore toracico, dal momento che se sono colpite le arterie coronarie può verificarsi angina, ossia un dolore o una sensazione di oppressione al petto, la quale può irradiarsi anche al braccio sinistro, alla spalla, alla mascella o arrivare fino al collo;
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difficoltà respiratorie, in quanto l’arteriosclerosi può causare dispnea soprattutto durante l’attività fisica o lo sforzo;
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dolore alle gambe, quando sono coinvolte le arterie degli arti inferiori (claudicatio intermittente, un dolore che compare durante l’attività fisica e scompare con il riposo);
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sintomi neurologici, in quanto la malattia, se colpisce le arterie cerebrali, può causare debolezza, intorpidimento o paralisi di un lato del corpo, difficoltà nel parlare o problemi di coordinazione;
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diminuzione della visione o visione offuscata, quando interessa le arterie che alimentano gli occhi;
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dolori addominali, quando sono coinvolte le arterie mesenteriche che forniscono sangue all’intestino, fino alla perdita di peso involontaria.
Come accennato, questi sintomi possono essere indicativi anche di altri disturbi e di differenti condizioni patologiche. Pertanto una valutazione medica approfondita e specifica risulta indispensabile per una diagnosi accurata.
Arteriosclerosi: cure e trattamenti
Appurato che si tratti di arteriosclerosi, è necessario che il paziente, in caso di irrigidimento delle arterie, corregga prima di tutto i possibili fattori di rischio elencati in precedenza.
In generale si consiglia quindi di modificare il proprio stile di vita e soprattutto di limitare o eliminare gli alimenti ricchi di grassi saturi, in particolar modo quelli di origine animale, adottando una dieta sana ed equilibrata. Può essere d’aiuto anche limitare o eliminare del tutto il consumo di alcolici, praticare esercizio fisico regolare o aumentarne sia la durata che la frequenza, e poi ovviamente smettere di fumare e gestire il peso corporeo. Importante infatti mantenere il proprio peso forma, evitando in ogni modo di sfociare nel sovrappeso, per non aumentare la percentuale di rischio.
Queste sono alcune delle cure iniziali più comuni e generali per l’arteriosclerosi. Si tratta in effetti di trattamenti che mirano perlopiù a gestire i sintomi, rallentare la progressione della malattia e ridurre il rischio di complicanze. Tali cure possono aiutare infatti a evitare ulteriori condizioni patologiche come l’ipertensione, il diabete o un aumento dei livelli di colesterolo sopra il consentito.
Quando la malattia è però in stato di avanzamento, oltre a quanto già detto, il medico può decidere di aggiungere ulteriori cure e un trattamento più o meno invasivo, che può consistere nell’assunzione di farmaci specifici o in alcune procedure per ripristinare il flusso sanguigno nelle arterie colpite. Nel primo caso, solitamente vengono suggeriti inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, bloccanti dei recettori dell’angiotensina II o farmaci per controllare il diabete. Nel secondo caso, può essere necessario sottoporsi a un’angioplastica coronarica, a un intervento per l’impianto di uno stent o ancora, nei casi più gravi, a un bypass chirurgico.
Se poi ci troviamo ad avere a che fare con casi in cui l’arteriosclerosi ha già comportato complicazioni molto gravi come ictus o infarto del miocardio, il trattamento si concentra prevalentemente sulla gestione delle condizioni mediche correlate, e può includere farmaci per fluidificare il sangue, terapia fisica o riabilitazione cardiaca.
In altre parole, è sicuramente vero che una diagnosi precoce e una gestione adeguata dei fattori di rischio possono contribuire a rallentare la progressione dell’arteriosclerosi nonché a ridurre il rischio di complicazioni. Tuttavia, le opzioni di trattamento dipendono molto dalla gravità della malattia, dalle condizioni mediche associate e dalle specifiche esigenze del paziente.