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Medicina
Covid, a che punto è la produzione di un vaccino tutto italiano?
IPA

"L'Italia sul tema dei vaccini c'è, c'è stata e ci sarà". Lo ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervenendo al Life Sciences Pharma & Biotech Summit organizzato dal Sole 24 Ore. "Ci sono già delle imprese italiane coinvolte nella produzione dei vaccini - ha detto Scaccabarozzi - ma va ricordato che i tempi di produzione dei nuovi vaccini non sono velocissimi, per arrivare alla produzione di un vaccino dalla messa in opera di un impianto ci possono volere 4-6 mesi ma in alcuni casi anche 12 perché stiamo parlando di prodotti biologici, non chimici". L'obiettivo per l'industria farmaceutica italiana è ora quello di essere coinvolta nelle fasi iniziali della produzione dei vaccini oltre che di essere pronti per la produzione di nuovi vaccini oltre a quelli già approvati considerato che su 290 test sperimentali solo 4 hanno portato sino ad ora all'approvazione del preparato. "Abbiamo delle eccellenze che producono vaccini batterici - ha aggiunto Scaccabarozzi - e in questi mesi abbiamo fatto scouting per rilevare la disponibilità di macchinari". Scaccabarozzi ha inoltre sottolineato l'importanza della collaborazione in atto fra il Mise e le imprese del settore. "Ho avuto conferma da alcune aziende che i colloqui con il Mise sono andati molto bene". "Il governo sta agendo molto bene con le nuove norme sulla produzione dei nuovi vaccini, con i crediti di imposta e altre misure - ha detto - e credo che dal prossimo anno potremo raccogliere i frutti di questo lavoro. Abbiamo trovato nel Mise una sponda molto importante per fare come in passato difficilmente avveniva. Il Covid ha mostrato quanto sia importante la collaborazione e occorre continuare su questa strada".

"La produzione di vaccini fa parte di catene internazionali, sia per quanto riguarda la fase di ricerca che quella di sperimentazione. Noi ci proponiamo di portare in Italia parte di queste catene produttive sempre più importanti sia in termini di sicurezza sanitaria che di impatto economico". Così Giovanni Tria, ex ministro dell'economia e delle finanze e consigliere economico del Mise per il settore farmaceutico e delle biotecnologie. 

"Il governo sta negoziando per portare in Italia fasi sempre più importanti della produzione dei vaccini approvati da Ema - ha detto Tria - e per negoziare sul medio e lungo termine la produzione in italia di altri vaccini perché questo è un settore in aggiornamento continuo. L'Italia è forte da questo punto di vista ma va tenuto conto che vi è una competizione fra i vari stati per attrarre nel proprio territorio parte di queste produzioni. Noi lavoriamo in questa direzione collaborando con industria farmaceutica. Al momento in Italia si realizzano alcune fasi finali, come l'infialatura, ma l'obiettivo è quello di svolgere un ruolo importanti anche nelle fasi a monte, anche nella ricerca e nello sviluppo". L'importante, ha concluso Tria, è di lavorare sia in un'ottica di breve periodo, con sguardo al 2022 ma anche in un'ottica di lungo periodo, sui 5-10 anni, in cui sarà fondamentale una continuità nell'azione di governo su questo fronte.

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