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Milano
Con 20 euro facevano guardare le telecamere di palestre, case e uffici. VIDEO

Spiavano cittadini in case, palestre, piscine e studi. Operazione in 10 città

Due gruppi criminali spiavano ignari cittadini: un sistema finalizzato alla violazione, mediante intrusioni informatiche, di impianti di videosorveglianza installati per lo più in abitazioni private, ma anche in spogliatoi di palestre, piscine e studi privati e' stato disarticolato dalla Polizia di Stato di Milano. La Polizia Postale del capoluogo lombardo, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale di Roma e della Procura della Repubblica di Milano, ha concluso un'operazione di polizia giudiziaria che ha interessato 10 citta' su tutto il territorio nazionale.

L'obiettivo era riprendere luoghi intimi e carpire scene di rapporti sessuali 

Gli indagati avevano ruoli e compiti ben definiti: i piu' esperti in materia informatica scandagliavano la rete alla ricerca di impianti di videosorveglianza connessi a internet; una volta individuati, li facevano oggetto di veri e propri attacchi informatici che consentivano, ricorrendo determinate condizioni, di scoprire le password e di accedere ai relativi impianti.

Raccolte le credenziali di accesso, era compito di altri appartenenti ai gruppi criminali verificare la tipologia degli impianti, gli ambienti inquadrati e la qualita' delle riprese, allo scopo di individuare telecamere che riprendessero luoghi particolarmente "intimi", come bagni e camere da letto. L'obiettivo finale era infatti quello di carpire immagini che ritraessero le ignare vittime durante la consumazione di rapporti sessuali o atti di autoerotismo. In alcuni casi, le immagini facevano riferimento a telecamere installate presso alberghi, studi medici e spogliatoi di palestre e piscine.

Video venduti su Telegram anche a 20 euro 

Al termine di tale selezione, le credenziali di accesso venivano affidate ad altri sodali che, attraverso "vetrine" online create ad hoc, anche attraverso canali Telegram ad hoc, le mettevano in vendita sulla rete anche a 20 euro . I proventi illeciti venivano reinvestiti nell'acquisto di sempre piu' aggiornati software per l'effettuazione degli attacchi informatici. Al termine delle perquisizioni, gli operatori della Polizia Postale hanno sequestrato 10 smartphone, 3 workstation, 5 PC portatili, 12 hard disk e svariati spazi cloud, per una capacita' di storage complessiva di oltre 50 Terabyte. Sono stati inoltre sequestrati tutti gli account social utilizzati dagli indagati per il compimento delle condotte delittuose e diverse migliaia di euro (anche in criptovaluta). 

Tra i video anche immagini di minori

Le immagini dei minori venivano catturate dalle telecamere di video sorveglianza che i genitori usavano come baby monitor ma che, essendo collegate a internet, spesso non di ultima generazione o modelli economici, e non protette da password sicure, erano facilmente raggiungibili dagli hacker dei gruppi.

 

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