Auto e Motori
Mobilità sostenibile: AMFI presenta AMP, la sua rivoluzione industriale
AMFI presenta AMP, piattaforma modulare per quadricicli e veicoli leggeri: tecnologia flessibile per la mobilità elettrica del futuro.



Una base solida per costruire il futuro. È questa l’idea che guida AMFI nello sviluppo di AMP, la nuova piattaforma modulare pensata per dare forma alla prossima generazione di veicoli elettrici leggeri.
Ma AMP non è soltanto un’architettura tecnica: è un progetto industriale, un metodo produttivo e una visione condivisa, nata per rispondere con flessibilità e intelligenza alle trasformazioni della mobilità.
La nuova piattaforma sarà in grado di supportare una gamma ampia e diversificata di mezzi, dai quadricicli leggeri (L6e) a quelli pesanti (L7e), sia per il trasporto di persone che per quello merci. L’obiettivo è chiaro: accompagnare l’evoluzione del mercato con soluzioni pronte, scalabili e industrializzabili, riducendo tempi, costi e barriere d’ingresso per nuovi operatori del settore. E proprio per questo AMFI guarda non solo alla produzione in proprio, ma anche a collaborazioni con terzi, offrendo il proprio know-how come partner industriale a 360 gradi.
Una piattaforma, molteplici possibilità
Cuore tecnologico del progetto, l’AMP nasce dall’integrazione di competenze trasversali che spaziano dall’ingegneria meccanica allo sviluppo software, dall’infotainment alla connettività, fino al design dell’esperienza utente. Tutto ruota attorno a un telaio altamente modulare, capace di adattarsi a dimensioni variabili e a configurazioni personalizzate. Una scelta che consente di sviluppare veicoli da 2,3 a 3,4 metri di lunghezza, con passo da 1,7 a 2,5 metri e larghezze fino a 1,5 metri: numeri che raccontano versatilità, ma anche precisione progettuale.
Le soluzioni tecniche non si limitano alla struttura. AMP integra sistemi frenanti, sospensioni McPherson, motorizzazioni elettriche con inverter, batterie da 7 a 15 kWh, nelle varianti NCM o LFP, complete di BMS integrato. A bordo, l’interfaccia uomo-macchina si arricchisce di funzioni connesse, pronte per l’integrazione con i sistemi smart della mobilità urbana del domani. Ogni veicolo potrà essere customizzato, non solo in termini di propulsione o carrozzeria, ma anche per connettività, infotainment e layout interni.
Tecnologia validata, produzione pronta
Non è teoria: l’AMP è già realtà industriale. La piattaforma è stata validata su oltre 5.000 veicoli già prodotti, dimostrando affidabilità e scalabilità. A livello di incidenza economica, rappresenta fino al 70% del valore complessivo di un veicolo, garantendo un ritorno immediato per chi sceglie di adottarla come base per nuovi modelli.
Nello stabilimento AMFI di Torino, già attrezzato secondo standard automotive, ogni fase del processo — dalla verniciatura alla tracciabilità digitale dei componenti, dai test su rulli a quelli di tenuta — è pensata per rispondere a logiche di qualità e personalizzazione. Una struttura capace di gestire l’intero ciclo di vita del prodotto: progettazione, prototipazione, validazione, produzione e assistenza post-vendita.
Un nuovo hub industriale per la mobilità leggera
Con questa evoluzione, AMFI non è più solo il produttore del Microlino. Diventa un hub industriale aperto, in grado di accogliere e accompagnare startup, scale-up e aziende consolidate nello sviluppo di veicoli innovativi. “Con AMP siamo pronti a supportare terze parti nella loro transizione verso l’elettrico”, afferma Michelangelo Liguori, General Manager di AMFI. “Offriamo una piattaforma validata, riduciamo il time-to-market e creiamo valore condiviso. È un modello di business che genera sinergie, rafforza la filiera e rende la mobilità sostenibile davvero accessibile”.
Nel futuro della mobilità leggera, dunque, AMFI si candida a giocare un ruolo di primo piano. Non come semplice costruttore, ma come abilitatore di nuove forme di trasporto, tecnologicamente evolute e sostenibili. La modularità non è solo una scelta tecnica, ma una strategia di lungo periodo che guarda alla personalizzazione, alla riduzione dei costi e all’abbattimento delle barriere industriali. È il DNA della mobilità di domani, già pronto a prendere la strada.