Auto e Motori
Bullismo, streaming e micromobilità: il progetto Citroën che fa scuola
Dopo quattro anni, Gëneration Ami cresce: più classi, più studenti e un debutto teatrale in live streaming per accendere i riflettori su bullismo e cyberbullismo, portando in cortile anche la mobilità elettrica leggera.

Quarantiquattromila studenti coinvolti, 2.684 classi raggiunte, oltre 6.700 test drive:
i numeri di Gëneration Ami A scuola di antibullismo raccontano la concretezza di un progetto che ha fatto breccia nel mondo delle superiori italiane. Nato dall’intuizione di Citroën Italia e costruito con la competenza del Centro Nazionale Contro il Bullismo Bulli Stop, con gestione operativa di Neways e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il programma ha scelto di parlare ai ragazzi lì dove il dialogo è più efficace: nelle classi, nei linguaggi, nei gesti quotidiani. Per il 2025-2026 la sfida raddoppia: 700 nuove classi, oltre 15.000 studenti tra i 14 e i 19 anni, un kit didattico digitale per ogni aula con laboratori, contenuti multimediali e attività interattive che trasformano la consapevolezza in cittadinanza attiva.
La nuova edizione si apre con un segno forte, prima ancora dei 20 workshop in presenza previsti da ottobre 2025 a giugno 2026. Il 23 settembre, al Teatro degli Eroi di Roma, va in scena lo spettacolo originale “Together is Better”, curato da Bulli Stop con la partecipazione dal vivo di 180 studenti dell’Istituto Paritario G. Visconti e la diffusione in live streaming per tutte le scuole del progetto. È un invito a guardare la classe con occhi diversi: sul palco, ogni personaggio incarna un’emozione — Rabbia, Ansia, Coraggio, Gioia, Paura — e i loro conflitti diventano lo specchio dei corridoi scolastici, dove spesso ciò che ferisce resta invisibile. L’arrivo di Ami, la nuova compagna “fuori dagli schemi”, è la scintilla narrativa: prima derisa e isolata, poi capace di guidare il gruppo verso la salvezza, mostrando che empatia e collaborazione sono più forti del branco.
Il linguaggio scelto è quello che i ragazzi capiscono meglio: musica originale, coreografie, scene brevi e dense, testimonianze vere. Non moraleggia, ma chiama per nome il problema: il bullismo non è solo l’insulto rumoroso, è soprattutto il silenzio che lo circonda. Da qui l’idea di aprire l’anno con un rito condiviso, una storia che mette in movimento la comunità scolastica e che prosegue in classe grazie al kit digitale e agli incontri. Ogni tappa lascia una traccia misurabile: dalle attività di gruppo al confronto guidato, fino ai crediti formativi riconosciuti, perché la partecipazione è anche responsabilità.
C’è un filo biografico che lega Ami al tema. Al debutto, la piccola elettrica è stata bersaglio di sarcasmo e cyberbullismo sui social: linee eccentriche, dimensioni minimali, un’idea di mobilità fuori dal coro. Eppure quella stessa unicità ha aperto un segmento: quadriciclo leggero 100% elettrico, guidabile da 14 anni, pensato per la città con velocità massima di 45 km/h e autonomia fino a 75 km. La batteria da 5,5 kWh si ricarica in circa tre ore da una presa domestica. Portare Ami nelle scuole significa dare un corpo a parole come inclusione e rispetto: ciò che è “diverso” non va schernito, va compreso per il valore che porta nella vita di tutti.
Il messaggio diventa esperienza concreta a Roma, dove gli studenti dell’Istituto Cristo Re potranno effettuare un test drive in esclusiva con la nuova Ami, rinnovata nel design e presentata ufficialmente a giugno. Nel cortile del Teatro degli Eroi, con driver professionisti e patentino AM alla mano, il primo giro ruota diventa una lezione di mobilità responsabile: non solo provare un mezzo, ma capire come le scelte individuali cambino l’aria che respiriamo, il traffico che affrontiamo, il modo in cui abitiamo la città. È un momento simbolico che tiene insieme sostenibilità e sicurezza, due parole chiave quando la platea sono i quattordicenni.
L’orizzonte del progetto resta quello educativo. Bulli Stop porta sul campo un metodo collaudato, capace di coniugare ascolto e prevenzione, mentre Citroën e Neways assicurano strumenti e organizzazione. La forza sta nella continuità: la lezione non si esaurisce tra platea e applausi, ma torna in classe con materiali che aiutano a riconoscere i segnali, a chiedere aiuto, a fare squadra. È così che un brand automobilistico smette di essere solo prodotto e diventa attore sociale, senza confondere ruolo e missione: la mobilità è un mezzo, l’educazione è la destinazione.
In fondo, “Together is Better” non è uno slogan: è la grammatica di una scuola che non lascia indietro nessuno. Se un tempo la diversità finiva ai margini, oggi sale in prima fila e guida il cambiamento. E quando la storia di un’auto che ha imparato a resistere agli insulti diventa la storia di una classe che impara a riconoscersi, l’antibullismo smette di essere un capitolo di educazione civica e diventa una competenza per la vita.