Italia auto a doppia velocità: agosto vola, 2025 frena (-13,7%) - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:47

Italia auto a doppia velocità: agosto vola, 2025 frena (-13,7%)

Ad agosto 2025 l’automotive italiano corre a +24,2% su agosto 2024 (ISTAT), ma il cumulato gennaio-agosto resta a -13,7%. Segnali misti tra autovetture, carrozzerie e componentistica.

di Giovanni Alessi

Ad agosto il termometro dell’industria automotive italiana segna un deciso rialzo, ma con un retrogusto di cautela.

I dati ISTAT indicano per il mese un +24,2% della produzione automotive rispetto ad agosto 2024, una variazione che interrompe la sequenza di mesi complicati e riaccende la fiducia nelle linee. Il quadro, però, si fa più sfumato quando si allarga l’obiettivo: nei primi otto mesi del 2025 il settore arretra di -13,7%, segno che il rimbalzo estivo ha ancora molto terreno da recuperare. La fotografia è quella di una filiera che reagisce, sostenuta da ordini esteri e da una maggiore disponibilità di componenti, ma che deve fare i conti con domanda interna più debole, pressioni sui costi e una transizione tecnologica che richiede investimenti mirati.

Entrando nei comparti, il dato dell’Ateco 29.1 (fabbricazione di autoveicoli) racconta un’oscillazione significativa. Ad agosto la variazione tendenziale è +6,3%, un segnale positivo che però non basta a cancellare il -19,9% del periodo gennaio-agosto. A pesare sono il mix di gamma in riassestamento, la normalizzazione di alcuni lanci e, soprattutto, la gestione delle scorte in una fase di mercato meno frizzante rispetto al 2024. Diversa la dinamica dell’Ateco 29.2(carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi): il mese vola a +37,8% e il cumulato torna marginalmente positivo (+3,9%), segnale che lavorazioni e personalizzazioni legate alla logistica e ai veicoli da lavoro hanno ritrovato ritmo. La fabbricazione di parti e accessori mostra lo stesso doppio registro: +32,7% ad agosto, ma -7,7% nei primi otto mesi, a conferma di un comparto che vive soprattutto di export e che sconta la minor vivacità degli ordinativi domestici.

Il dato congiunturale sulle autovetture diffuso da ANFIA aiuta a interpretare il quadro. La produzione domestica di auto ad agosto supera le 4.500 unità, ma segna -27,4% su base annua. Qui la stagionalità conta più del solito: tra ferie collettive, fermate per manutenzioni e riallineamenti di linea, il mese d’agosto è il più volatile dell’anno. Il confronto con il 2024, inoltre, incorpora una base particolare, quando alcuni siti avevano spinto per recuperare ritardi accumulati in primavera. Letto così, il calo sulle autovetture non contraddice il rimbalzo del manifatturiero di filiera: lo integra, sottolineando quanto il cuore dell’estate sia poco rappresentativo delle traiettorie di medio periodo.

Il contesto macro non aiuta a fare sconti. L’indice della produzione industriale complessiva ad agosto arretra di -2,7%su base annua e chiude i primi otto mesi a -1%, confermando che la debolezza non è un fatto circoscritto all’auto. Sul fronte commerciale, il fatturato dell’industria (escluse costruzioni) registra a luglio +1,3% sull’anno (+1,1% mercato interno, +1,5% estero), ma il cumulato gennaio-luglio resta in lieve calo (-1,3%). Per il perimetro strettamente automotive, la traiettoria è più severa: -6,7% del fatturato a luglio, con una componente interna a -14,3% e una esterna pressoché piatta a -0,3%. Nel cumulato gennaio-luglio il settore cede -11,5% (-15,6% domestico, -8% estero). Sono numeri che dicono una cosa semplice: la domanda interna è il vero punto da rafforzare, mentre l’estero attutisce i colpi.

Qui entra in scena la componentistica, che rimane l’asse portante della bilancia commerciale. A gennaio-giugno 2025l’export di autoveicoli dall’Italia vale 8,72 miliardi di euro, a fronte di import per 18,91 miliardi. La geografia delle vendite riflette i legami industriali: Germania primo mercato di destinazione con 17,7% in valore, seguita da Stati Uniti(16,6%) e Francia (12,5%). Nello stesso periodo, l’export della componentistica raggiunge 12,55 miliardi con un saldo positivo di 3,57 miliardi: un cuscinetto prezioso per margini e cash flow delle filiere più strutturate. Eppure, anche qui la frenata interna si sente: a luglio il fatturato delle parti e accessori segna -6,2% tendenziale, con la componente interna a -17,4% e quella esterna in lieve progresso (+5,1%). Il cumulato gennaio-luglio si ferma a -13,4% (-22,7%interno, -3,9% estero), ribadendo il dualismo di un settore che esporta competitività ma fatica a esprimerla fino in fondo sulla domanda domestica.

Che cosa significa tutto questo per i prossimi mesi? Il rimbalzo di agosto nella produzione automotive è un segnale di resilienza operativa: le aziende stanno lavorando per ridurre colli di bottiglia, razionalizzare il mix e accelerare su modelli a maggiore rotazione. Ma non basta. La traiettoria del -13,7% nel cumulato invita a misurare bene la velocità della risalita: serviranno una domanda più stabile in Europa, politiche di supporto mirate alla transizione energetica e, sul fronte aziendale, un’attenzione rigorosa alla redditività per canale. Per i costruttori con siti italiani la priorità è duplice: presidiare i lanci in arrivo nel segmento B-C, dove si concentra il volume, e difendere la catena del valore con accordi di piattaforma che riducano la volatilità dei piani produttivi. Per i fornitori, la parola d’ordine è diversificazione: più mercati, più applicazioni, più servizi ad alto contenuto tecnologico, a partire da elettrificazione e software.

C’è infine un tema di posizionamento competitivo. L’Italia continua a esprimere eccellenze nella componentistica, capace di generare avanzi strutturali e di agganciare i grandi cicli dell’automotive globale. Ma per trasformare il rimbalzo di agosto in una tendenza, servirà riportare capex e innovazione anche sulla frontiera domestica della domanda, così da far dialogare più efficacemente produzione, fatturato ed export. In altre parole, l’auto italiana ha dimostrato di saper correre quando il semaforo diventa verde; ora occorre far sì che il verde non sia un lampo nel traffico dell’estate, ma una corsia preferenziale verso la parte finale dell’anno.