Lancia, 119 anni di eleganza italiana: dal cinema alla mobilità elettrica - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 05:58

Lancia, 119 anni di eleganza italiana: dal cinema alla mobilità elettrica

Il 27 novembre Lancia festeggia 119 anni di storia. Un viaggio dall'innovazione tecnica di Vincenzo Lancia alla rinascita elettrica e sportiva con la nuova Ypsilon.

Di Ludovica Irace

C'è qualcosa di profondamente radicato nella cultura italiana quando si parla di Lancia.

Non è solo una questione di motori o di lamiere, ma di un certo modo di intendere la vita, la bellezza e la velocità. Il 27 novembre il marchio torinese spegne 119 candeline, un traguardo che in altri contesti saprebbe di vecchiaia, ma che qui ha il sapore di una seconda giovinezza. Dal 1906, anno in cui Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin decisero di trasformare la loro esperienza in Fiat in qualcosa di personale, il brand ha costruito un’identità fatta di contrasti armoniosi: eleganza e aggressività, salotti in velluto e polvere dei rally, dolce vita e innovazione tecnica radicale. Oggi, quella stessa identità è la base su cui Stellantis sta costruendo il Rinascimento del marchio, in un equilibrio sottile tra la celebrazione di un passato glorioso e la necessità di un futuro sostenibile e connesso.

L’ingegneria al servizio dell’eleganza

Ripercorrere la storia di Lancia significa sfogliare un manuale di ingegneria creativa. Fin dagli esordi con la 12 HP del 1908, l'azienda si è distinta per il rifiuto delle convenzioni. Se gli altri usavano le catene, Lancia sceglieva il cardano; se il mondo si accontentava di telai pesanti, Lancia li abbassava e li alleggeriva. È questo DNA tecnico che ha portato alla nascita di icone come l’Aurelia nel 1950, la prima auto di serie al mondo con motore V6, o la Flavia, che negli anni Sessanta sdoganò la trazione anteriore in Italia. Ma la tecnica in Lancia non è mai stata fine a se stessa: era il supporto necessario per un design senza tempo. La ricerca della purezza formale, quella capacità tutta italiana di togliere il superfluo, ha generato capolavori come l'Aurelia B24 Spider. Un'auto priva di maniglie esterne per non "sporcare" la linea, un oggetto talmente perfetto da diventare co-protagonista ne "Il Sorpasso" di Dino Risi. Questo approccio sartoriale, fatto di artigianalità e materiali pregiati, rivive oggi negli interni della Nuova Ypsilon, dove l'innovazione dell'interfaccia S.A.L.A. si fonde con velluti riciclati e il celebre tavolino centrale, simbolo di un'accoglienza domestica traslata su quattro ruote.

Il richiamo della polvere: il ritorno del mito HF

Se l'eleganza è l'abito da sera di Lancia, i rally sono la sua anima guerriera. Non si può parlare di questo marchio senza citare i 15 titoli mondiali rally e le tre corone costruttori nell'endurance. Stratos, 037, Delta: nomi che non evocano solo automobili, ma epoche intere, sfide impossibili e domini incontrastati durati oltre vent'anni. Dopo un lungo silenzio, quel filo interrotto sta per essere riannodato. Il 2025 non è solo un anno di celebrazioni, ma l'anno del ritorno ufficiale nel motorsport. La presentazione della Ypsilon Rally2 HF Integrale, avvenuta il 18 novembre a Satory, ha scosso l'ambiente: un progetto sviluppato con Stellantis Motorsport per riportare il marchio dove merita. L'obiettivo è fissato sul calendario: gennaio 2026, Rallye di Monte-Carlo. Rivedere l'elefantino rosso sulle fiancate e sentire il rombo di una Lancia sulle strade del principato non sarà solo un'operazione nostalgia, ma la dichiarazione che il brand vuole competere ai massimi livelli, usando le corse come laboratorio per le tecnologie di domani, proprio come faceva Gianni Lancia con la sua Scuderia negli anni Cinquanta.

Un nuovo alfabeto per la mobilità contemporanea

L'evoluzione passa anche attraverso i nomi e i simboli. Dai caratteri greci delle origini (Lambda, Kappa) alle strade consolari romane (Aurelia, Flaminia), fino al ritorno all'alfabeto greco negli anni Settanta, Lancia ha sempre saputo raccontarsi attraverso le parole. Oggi la Ypsilon, un nome che dal 1985 con la Y10 ha ridefinito il concetto di city car premium, si fa carico di traghettare il marchio nella nuova era. Con quattro generazioni alle spalle e oltre tre milioni di unità vendute, la "piccola" di casa è cresciuta. La Nuova Ypsilon non è più solo l'auto da città chic, ma una vettura matura, disponibile in versione 100% elettrica e ibrida, che introduce un nuovo linguaggio stilistico. I fanali posteriori rotondi omaggiano la brutale Stratos, il frontale reinterpreta il calice storico in chiave led, e il logo stesso è stato ripensato in una sintesi grafica moderna. È la dimostrazione che si può cambiare pelle senza perdere l'anima, offrendo una tecnologia accessibile e intuitiva che non sovrasta il guidatore, ma lo accompagna.

Lancia e il cinema: una storia d’amore italiana

C'è infine un aspetto immateriale che rende Lancia unica: il suo legame con l'immaginario collettivo e il cinema. Le Lancia sono state le auto della "Dolce Vita", guidate da Mastroianni e dalla Bardot, scelte da Ernest Hemingway per i suoi viaggi e da scrittori e registi per raccontare l'Italia migliore. Da "I soliti ignoti" a "Angeli e Demoni", fino al recente "Race for Glory" che ha portato sul grande schermo l'epica sfida della 037 contro l'Audi Quattro, il marchio è sempre stato un attore protagonista, mai una semplice comparsa. Questa eredità culturale è ciò che rende Lancia un "Love Brand". Non si tratta solo di vendere automobili, ma di rappresentare un pezzo di storia del costume italiano. Con i 119 anni appena compiuti, Lancia dimostra di non voler vivere di ricordi, ma di usare quel bagaglio culturale come carburante per un futuro che si preannuncia elettrico, sportivo e, come sempre, innegabilmente elegante.